FLeUR, il duo sperimentale torinese presenta il suo secondo album: prendetevene cura
Una polaroid per due
Si scrive FLeUR, si legge Enrico Dutto e Francesco Lurgo. Il duo sperimentale torinese ci presenta il suo secondo album dal nome Caring About Something Utterly Useless, un nome un po’ complesso, lungo che effettivamente pone l’accento su quanto a volte teniamo a qualcosa di assolutamente inutile.
In questo dialogo tra programmazione elettronica e chitarre calde, importanti nasce questa produzione retta da Emilio Pozzolini (Port-royal) in uscita il 12 febbraio 2021 per la Bosco Rec.
Tutti i brani sono stati scritti e concepiti per una resa teatrale o comunque dal vivo in gallerie d’arte o altri poli culturali. Sono nati, infatti, attraverso improvvisazioni, riflessioni dovute sicuramente al lockdown di questo anno nefasto, ma adesso sono diventate sette tracce he raccontano qualcosa di profondo, attraverso melodie che scavalcano il suono e che si infrangono in modo dirompente come onde.
Il duo presenta questo album in maniera semplice quasi minimale, ma dietro c’è un viaggio vero e proprio. La copertina è una sorta di polaroid, un’immagine di una spiaggia con un cielo in tempesta: c’è vento e lo si capisce dagli ombrelloni in movimento, ma è una spiaggia poco affollata. Resta qualche asciugamano sulle sdraio, qualcuno sul bagnasciuga, una spiaggia di settembre ecco, tanto che da proprio quella sensazione che da la fine di qualcosa.
Il brano di apertura The Lowest Tide parte dilatato al massimo e viene completamente alterato da micro variazioni donando un’inquietudine particolare all’ascoltatore. Il duo sperimentale non smette di sorprendere con pezzi come Narcissus’Scream ispirato alla drammaturga Sarah Kane o Unnatural Grace, altrettanto dirompenti grazie ad una forza sonora incredibile.
Il tono scende leggermente in brani come For Pierre Brassau o My Battery Is Low and It’s Getting Dark, pezzi decisamente più intimi, ma in cui continuano a persistere bassi che risuonano come problemi irrisolti.
Un lavoro intrigante quello dei FLeUR che hanno tenuto cura di qualcosa di assolutamente speciale.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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