Floating Shrine: in Giappone a suon di ambient
Due anni dopo il debutto con Growth and Decay, il produttore italiano di base in Australia torna su Decaying Spheres con un nuovo album ispirato ai viaggi in Giappone.
Pubblicato il 3 maggio 2024, Connecting è stato concepito seguendo una metodologia che vede le texture glitch conferire e cercare conforto accanto a un pianoforte suonato egregiamente e a pad scintillanti. Così facendo, Floating Shrine crea brevi viaggi che risuonano di un gelido futurismo e al tempo stesso fioriscono come movimenti aggraziati e classicamente codificati.
Connecting si presenta come un’esperienza d’ascolto di stampo cinematografico: gli elementi elettronici rendono l’atmosfera placida mentre i caldi arrangiamenti organici frantumano le gelide oscillazioni per formare chiare opere d’arte sonore.
Già dall’iniziale Empty si percepisce subito nella musica del nostro il rigore zen tipico del Giappone che si riflette nel suono raffinato composto da texture glitch, synth nostalgici e registrazioni immersive. Una traccia basata sui contrasti tra suoni digitali e strumenti acustici che combinati creano un armornico impasto sonoro.
In Looking Back field recording e arpeggiatori si fondono creando una composizione di sound design dalle sfumature elettroniche. Un brano dai tratti malinconici e dai suoni organici che combinati con le partiture minimaliste del piano vanno a creare un momento di pura quiete.
Tra i momenti più sentiti dell’album, Home si presenta come una pioggia digitale, frammenti sonori e glitch scorrono lentamente accompagnati dal pianoforte andando a creare un’esperienza d’ascolto immersiva. Il risultato è un brano a metà strada tra il sound design e la musica classica contemporanea dal carattere minimale. Stesso registro per Kintsugi che riprende la struttura della traccia precedente giocando con timbre morbidi e avvolgenti.
Dal debutto a oggi, Floating Shrine ha fatto un grande passo in avanti riuscendo in poco tempo a costruire un sound personale, dalla grande forza immaginifica.
Connecting è un album raffinato, consigliato a tutti quelli che vogliono emozionarsi attraverso i ricordi di un viaggio in Giappone.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti