I Foals sono l’evoluzione del pop-rock contemporaneo
La band di Oxford, capitanata da Yannis Philippakis, torna sulle scene con un ambizioso concept album in due riprese (la seconda in uscita nel prossimo autunno) sugli isterismi e le insicurezze che pervadono i nostri tempi.
Una sezione strumentale molto ampliata rispetto alle precedenti uscite rende il sound ricco e coeso e lascia subito pensare a un disco della maturità per la band inglese, che, ormai quasi del tutto abbandonate le velleità math degli esordi, arricchisce l’attitudine indie rock che le ha aperto le porte al grande pubblico con synth arpeggiati ed ipnotici quasi onnipresenti, percussioni incalzanti, echi psichedelici e forti richiami post-punk.
Le intenzioni sono sfacciate fin dalla copertina, in cui una palazzina borghese viene sovrastata da una fitta vegetazione esotica di un rosso acceso.
La dilatata Moonlight ci introduce in un viaggio che diventa subito frenetico a partire dalle prime note della claustrofobica e tagliente Exits e che si lascia percorrere tutto d’un fiato, anche grazie ad improvvise aperture groovy e ballabili (In Degrees, On The Luna), concedendo un attimo di respiro solo con la psichedelica Cafe D’Athens, nella quale chitarre e synth si ripuliscono lasciando la scena a un tappeto ritmico quasi radioheadiano e alle esperimentazioni vocali di Philippakis che aprono la parte finale del disco, meno isterica e più riflessiva. La fotografia apocalittica I’m Done With The World (& It’s Done With Me) chiude il cerchio lasciando addosso un senso di sospensione che tuttavia, consci dell’imminente sequel, tiene viva la speranza in una rabbiosa reazione.
Un disco che, sebbene naturale prosieguo del percorso compiuto dai Foals nell’ultimo decennio, che raramente disdegna un’attitudine catchy e ammiccante, non nasconde una notevole complessità e cura sonora oltre che compositiva ed ambisce a dettare i tempi all’evoluzione del pop-rock contemporaneo.
Classe ’82, batterista e smanettatore di synth, attratto da tutto ciò che è ricerca e scoperta, con una particolare propensione per la musica con contaminazioni elettriche ed elettroniche, le città e i festival europei.
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