La rievocazione del suono delle band che hanno fatto grande il rock
Out il 18 settembre u.s., dieci brani per circa quarantacinque minuti di ascolto musicale complessivo, l’album di debutto dei Fooks Nihil è marchiato Unique Records e distribuito nei formati LP, CD e Digitale.
Si tratta di un disco interessante che rispolvera sonorità in auge tra la fine degli anni Sessanta e la metà dei Settanta che molti, soprattutto tra i nostalgici, troveranno piacevole all’ascolto anche ai giorni nostri.
Strano riflusso, quello che registriamo nel gradimento di un genere musicale che credevamo dimenticato e che invece sta alla base di molta della musica venuta nei decenni successivi rispetto al periodo indicato e che mostra di essere ascoltatissima anche nell’odierna temperie.
Le canzoni della band tedesca (i Fooks Nihil arrivano da Wiesbaden e Francoforte, entrambe città che si trovano nel land dell’Assia, e si compongono di Max Ramdohr alla chitarra e voce, Max Schneider alla batteria e voce e Florentin Vex al basso e voce) ripropongono suggestioni californiane “west coast” e in qualche caso più specificatamente “british” (si ascolti la song che apre il disco Insight of love) e si inseriscono nel filone stilistico della psichedelia, del rock blues, del country rock di matrice statunitense, del beat e del garage rock.
Non a caso, all’ascolto di songs quali What’s Left, Tales, Lady From A Small Town, Insight of love, Surface Of Things, Homeless, appaiono subito evidenti le influenze di band come Cream, Crosby, Stills & Nash, Neil Young, The Byrds, Buffalo Springfield, Jefferson Airplane (band seminale, quest’ultima, che è stata determinante per la creazione del sound di San Francisco) e via di questo passo.
In dischi come questo non si cerca l’originalità a tutti i costi: è piuttosto il gusto per la rievocazione del suono delle band che hanno fatto grande il rock che conta e che caratterizza la cifra artistica di gruppi come quello di cui vi abbiamo parlato.
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