Paolo DubFiles Baldini non sbaglia un colpo!
Dopo aver prodotto To The Foundation di Forelock & Arawak, Paolo DubFiles Baldini rilascia la sua versione dub il 17 giugno 2019, ispirandosi alla tradizione del reggae giamaicano in cui il Lato B dei 45 giri presentava la versione ritmica, la “dub version”, dei brani reggae incisi sul Lato A.
Baldini, quindi, ci ha così abituato alle release dub degli album da lui prodotti, è toccato prima ai Mellow Mood con Large Dub, ora a To The Foundation pubblicato da La Tempesta Dischi.
Rifacendosi ai grandi maestri quali King Tubby, King Jammy e Augustus Pablo, Baldini ha saputo creare un sound sempre più personale, riducendo al minimo le parti vocali e facendo del basso e della batteria gli elementi da risaltare, con tanto di eco e riverberi come la tradizione dub insegna.
Il mago del mixer, il dubmaster per eccellenza in Italia, parte subito forte con la traccia che dà il nome all’album. Basso e batteria “pompano” nelle casse mentre Baldini modula i suoni accompagnato dal suo fido Space Echo e risalta i fiati, aggiungendo delay sulle tastiere.
Home Dub mette in luce quanto Baldini sia più vicino al dub giamaicano piuttosto che a quello di scuola inglese. Sulla ritmica serrata i suoni vengono riverberati con i filtri totalmente chiusi o aperti per sottolineare i momenti salienti della traccia o per dar spazio soltanto a basso e batteria di essere i veri protagonisti.
Nel disco è inoltre presente una canzone nuova degli Arawak, Nuraggae Style, nata dal riddim di Wayne Smith Under Me Sleng Teng, accompagnato da un video girato durante la tournè indiana di Forelock & Co.
Il brano dal sapore raggamuffin si presta bene ad essere suonato su un sound system grazie ai bassi belli corposi e la batteria in digital style.
Dall’incontro dei pesi massimi del reggae dub in Italia viene fuori un album di dub version che resta fedele alla linea dei maestri del genere, seppur con la personalità e lo stile del dubmaster Paolo Baldini.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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