Un cuore in una caverna a sud del Paradiso
Chi ascolta entra subito in un caldo sud, nel suono di un profondo cuore pulsante di batteria, reso ruvido, ma anche sporcato di dolce da una voce maschile cavernosa. Siamo a sud del paradiso, con South of Haeven, in un luogo che è rassicurante, ma anche no, in una zona che non è di confort, ma che chiunque ascolti può riconoscere come umana e quindi coinvolgente. L’album è il progetto dei Fotocrime, nuova band di Ryan Patterson, ex frontman dei Coliseum, band punk rock americana di Louisville, Kentucky, fondata nel 2003 e sciolta nel 2017, proprio con l’annuncio del nuovo progetto.
L’album è stato registrato negli studi di Steve Albini a Chicago, produttore di un numero enorme di band, dai Nirvana ai Mogway; l’elenco rasenta l’inesauribile e le influenze di Albini si ascoltano in questo album, uscito il 13 marzo 2020 per la label Profound Lore Records.
Patterson descrive il disco come profondamente personale “an honest fiction, an exposed nerve pulsing in a blanket of fog”. In realtà il rock e la sperimentazione elettronica, che convivono nell’album, danno modo a chi ascolta di trovare e riconoscere un sound che sia anche il proprio viaggio. I pezzi che ho più sentito sono quelli meno rock e più elettronici, che forse si adattano meno al timbro vocale di Patterson. Never Fall out of Love ha dei suoni sintetici che ricordano i Depeche Mode e li incupiscono, rendendoli ipnotici e più industriali e si allunga nel cupo per spegnersi nella tenebra e poi riprendere nel beat veloce e nella voce sussurrata. Il pezzo precede il singolo Expulsion from Paradise!, diventato il settimo dei dieci pezzi dell’album e accompagnato da un video in bianco e nero, costruito su immagini sincopate di metropoli e cimiteri, corpi vivi e morti, olocausti nucleari, pupille sotto sforzo.
Con l’uscita dell’album, i Fotocrime hanno annunciato un tour in Usa, Canada e un maggio tutto europeo. Purtroppo manca una data nella penisola che ci saremmo aspettati e che comunque attendiamo.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
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