Ritmi futuristici e paesaggi psichedelici per i FOUDRE!
FOUDRE! è un trio composto dai produttori francesi Frédéric D. Oberland (Oiseaux-Tempête), Romain Barbot (Saåad) e Paul Régimbeau (Mondkopf). La loro musica fonde elettronica e sonorità sperimentali senza timore di esplorare nuovi territori, spesso inquietanti e inesplorati.
Il nuovo album Voltæ (Chthulucene), il primo registrato in studio, segna una decisiva evoluzione nella musica del trio. Abbandonando le sonorità iniziali del drone ambient, la formazione si avventura in un territorio decisamente post-techno. Le otto tracce che compongono l’album si collocano a metà strada tra l’elettronica d’avanguardia e la psichedelia, caratterizzate da groove mistici e un sound fortemente fisico.
Pubblicato per NAHAL Recordings / ZamZamRec, Voltæ (Chthulucene) è un omaggio all’elettricità e alle forze telluriche, una celebrazione completa della vita, una simbiosi per un cambiamento epistemico.
Già dai primi minuti di Holographic Pleasures è chiaro quale sia la direzione intrapresa. Melodie di synth tremolanti, talvolta persino pacate, si fondono con suoni organici elaborati, creando un’atmosfera che sembra pensata per disorientare l’ascoltatore fin dall’inizio.
Con Visions from Zūrūtetsu, i tre artisti evocano la colonna sonora di un film di fantascienza. Suoni scoppiettanti e sintetizzatori vibranti si mescolano armoniosamente alle melodie dei fiati orientali, creando una produzione capace di connettere mente e corpo. Questo mix invita a ballare, stimolando al contempo momenti di riflessione.
Con i ritmi che rallentano e i toni che diventano siderali, Badlands – la quarta traccia – si immerge nei suoni dei sintetizzatori modulari, rappresentando un mondo cybernetico che si muove in una trance estatica.
Malinconico, intenso, profondo ed epico, Voltæ (Chthulucene) rappresenta un ulteriore passo avanti per i FOUDRE!, che riescono a superare se stessi con un lavoro audace e innovativo. L’album si basa su un’orchestrazione ibrida, in cui i sintetizzatori analogici e i sistemi modulari si intrecciano organicamente con strumenti acustici come baglama, fiati, percussioni e voci, creando una rete neurale sonora che pulsa nel cuore della notte.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.