Francesca Guccione: alla scoperta della volta celeste
A quattro mesi dall’uscita di Utopia Aerial View, la violinista, cantante e compositrice siciliana Francesca Guccione prosegue il suo viaggio sonoro con Tales From the Deepest Lights Vol. I, alla scoperta di stelle, costellazioni e mondi lontani.
Osservando le splendide immagini del James Webb Telescope in circolazione sui social media, Francesca Guccione ha lasciato che queste suggestioni fluissero attraverso i sintetizzatori in modo molto naturale. Il risultato è stato fantastico: le quattro nuove tracce sono pianeti sonori inesplorati realizzati attraverso i sintetizzatori Moog Matriarch, Grandmother e Subharmonicon e i plug-in di effetti Moogerfooger.
Il viaggio comincia con le melodie profonde di Parallel Echoes, la prima traccia è realizzata stratificando linee di synth e arpeggiatori ottenendo un senso di profondità. Una trama complessa basata su intrecci melodici e texture mutevoli esaltano la bellezza delle sonorità scintillanti e futuristiche.
A seguire Ganymede cresce lentamente presentandosi con un nucleo centrale fondato sulle armonie dei sintetizzatori avvolto da droni leggeri. Se la prima composizione spiccava per le sorprendenti sonorità, la seconda non passa inosservata grazie al forte impatto emozionale.
Atmosfera placida e contemplativa quella di Moonquarium ma che non impiega molto a decollare, la quarta traccia infatti è un paesaggio sonoro nostalgico e avvolgente, dai sintetizzatori trionfanti. Arpeggiatori colorati accompagnano l’ascoltatore in un viaggio onirico conferendo loro la sensazione di fluttuare nello spazio immenso.
Terminiamo questa passeggiata tra i pianeti con How We Left Saturn, uno stop’n’go di pattern melodici fanno da apripista a un intenso passaggio centrale, il cuore pulsante del brano che più che un addio è un to be continued al prossimo volume.
Dimenticatevi per un attimo le sfumature morbide e le meravigliose progressioni di violino di Utopia Aerial View, Tales From the Deepest Lights Vol. I mostra un altro aspetto della musica di Francesca Guccione, più futuristico e spaziale, basata sul solo uso dei sintetizzatori analogici.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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