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Francesca Guccione: siamo umani e il tempo ha la nostra forma

The Geometry of Time è il nuovo album della violinista e compositrice Francesca Guccione. L’opera presenta otto tracce in cui gli strumenti classici si uniscono a elementi elettronici, dando vita a paesaggi sonori sognanti e poetici che l’artista siciliana definisce come “classica alternativa”.

In The Geometry of Time la Guccione ha esplorato la connessione tra i sintetizzatori Moog e strumenti della musica classica e contemporanea, come violino, violoncello e quartetto d’archi, focalizzando l’attenzione sulla distribuzione delle voci, sulla composizione e sulla ricerca di sfumature sonore specifiche, con l’obiettivo di creare un dialogo tra questi due universi sonori apparentemente distanti.

L’album uscito il 27 settembre 2024 per l’etichetta Neue Meister trae ispirazione dal libro The Order of Time di Carlo Rovelli in cui il fisico italiano esamina concetti scientifici relativi al tempo.

L’album si apre con le melodie fluide di Continuum, dove l’artista intreccia le note del violino all’interno di paesaggi sonori profondi e coinvolgenti. Le ondate di lirismo malinconico degli archi si rivelano un autentico nutrimento per l’anima.

Springs of Time offre un’immersione in un paesaggio sonoro caldo e dinamico, caratterizzato da strati di archi scintillanti e sottili accenni di elettronica, un brano che potrebbe facilmente adattarsi alla colonna sonora di molti film.

L’atmosfera cinematografica si ripete in Ode to Mnemosine, la quarta traccia, che risulta essere la più edificante spiritualmente di tutto l’album. Il brano guida l’ascoltatore attraverso una melodia di violino che scorre e si rifluisce, intrecciandosi abilmente con le delicate progressioni del pianoforte.

In Ouroboros emerge il lato elettronico di Guccione: una serie di voci intrecciate e stratificate, accompagnate da ipnotiche linee di synth, danno vita a una traccia energica e carica di potenza narrativa.

The Geometry of Time è un album intenso e raffinato in cui gli eventi narrati ci connettono con il passato, il presente e il futuro. Le nostre esperienze personali fungono da filtro, plasmando la nostra percezione del tempo. Così, il tempo può apparire in forme diverse, influenzate dalla nostra umanità. Un album che suona umano e poetico allo stesso tempo.



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