Alla scoperta delle culture nordiche con Frode Haltli
Il fisarmonicista e compositore Frode Haltli è tornato con un nuovo album per Hubro. Border Woods, pubblicato il 13 settembre 2019, si basa sulla combinazione di forme folk nordiche tradizionali con influenze tratte dalla musica mondiale, dalla composizione contemporanea e dall’improvvisazione.
Affiancato da Emilia Amper alla nyckelharpa (lo strumento nazionale svedese),Håkon Stene e Eirik Raude alle percussioni, Haltli è passato dai dieci elementi con i quali aveva registrato Avant Folk a una formazione più scarna ma che suona comunque come una ensemble.
L’album si apre con il rombo atmosferico dei piatti di Wind Through Aspen Leaves: la prima traccia inganna l’ascolto, fisarmonica e nyckelharpa sono così mascherate da far sembrare la composizione un drone atmosferico, un suono decisamente più avant che folk.
Fisarmonica e nyckelharpa danzano insieme, così in simbiosi quasi da imitarsi a vicenda.Vibrafono, marimba,batteria accordata e non accordata, oltre a vari oggetti da sbattere o scuotere fanno parte del kit dei due percussionisti che creano delle trame sulle quali i due protagonisti possano lasciarsi andare ai virtuosismi. Se la prima parte della suite lasciava trapelare tutto il lato gioioso del musicista, sul finale la composizione diventa sinistra.
Dopo un breve intermezzo affidato alle sole percussioni, Taneli’s Lament (SorrowComes To All…) si tinge di un’atmosfera dal mood malinconico, tra le sei del disco è quella più ricca di pathos ma anche quella che mostra tutta la formazione accademica del norvegese.
Se con le armonie e la veste giocosa degli undici minuti di ValkolaSchottis si era dato il via alle feste, con Quietly the Language Dies si torna al punto di partenza, proprio come un cerchio che si chiude collegandosi all’atmosfera della prima traccia.
Border Woods prosegue sulla scia di Avant Folk, un memoriale di culture nordiche che si mischiano ad un forte senso di imprevedibilità che porta Frode Haltli ad uno step ulteriore rispetto al primo album.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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