Temporale: un concept album che esplora il complesso mondo del cervello umano
Con il loro nuovo album Temporale, pubblicato il 21 marzo per Dischi Sotterranei, i Gazebo Penguins si avventurano in un territorio audace e inaspettato: quello del cervello umano e delle sue complesse dinamiche. La band di Correggio traduce le stratificazioni neuroscientifiche e le riflessioni filosofiche in musica impetuosa e liberatoria, invitandoci in un viaggio sonoro che non solo coinvolge le emozioni, ma stimola anche la mente.
Gestalt, il primo singolo e la traccia d’apertura dell’album, si presenta come un brano trascinante che indaga il complesso concetto di identità, sopratutto quando perdiamo il contatto con chi siamo e con il presente. Il testo, profondo e riflessivo, si accompagna a una musica altrettanto evocativa, caratterizzata da chitarre e basso che si intrecciano in un crescendo continuo, ma che non esplode mai veramente. Il ritmo si spezza, perde la sua pulsazione all’interno della battuta e assume una struttura dispari, smarrendo così la propria simmetria e contribuendo a creare un’atmosfera di incertezza e introspezione.
A seguire Intanto esplora l’intricato legame tra sonno e veglia, un tema ricorrente nella filosofia. I Gazebo Penguins danno vita a un crescendo esplosivo, che fonde sonorità dirette e viscerali, culminando in un finale sorprendente caratterizzato dall’uso di tastiere giocattolo degli anni ’80, sax e tromba, questi ultimi verranno ripresi e riutilizzati anche in altre tracce del disco.
Tutto a posto presenta un giro di chitarra ripetitivo, che viene interrotto da momenti di disordine. Questo contrasto culmina in una ripresa armoniosa verso la fine, rappresentando in modo evocativo la ricerca di stabilità interiore. Tuttavia, emerge anche l’idea che questa serenità venga violata da un’alterità interna, creando una tensione che riflette il disordine emotivo.
I melodiosi arpeggi di chitarra di Delle Mie Brame si adagiano delicatamente su una ritmica decisa. Gli accordi risuonano ampi e ariosi, mentre le parole «Vedersi è una follia come non comparire quando sei riflesso e non posso andare via è come ritrovarsi chiusi in uno specchio» invitano a essere cantate a squarciagola. L’uso dei synth, quasi giocattolo, richiama le sonorità degli Offlaga Disco Pax, arricchendo così l’atmosfera del brano.
Temporale si configura così non solo come un album, ma come un vero e proprio manifesto di esplorazione, dove chitarre selvagge e bassi belligeranti si intrecciano con il complesso mondo della filosofia della mente. Si tratta di un’opera riflessiva e matura che, pur alternando momenti di intensa energia a quelli più contemplativi, offre un viaggio sonoro complessivamente riuscito.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.