Buona la prima per i Good Moaning
Dopo Hello, parasites, l’Ep uscito nel Luglio del 2016, arriva The Roost, l’album d’esordio dei pugliesi Good Moaning, pubblicato il 22 febbraio 2019 e prodotto dalla stessa band in collaborazione con Capillare Factory. Per questo full lenght la band si è avvalsa della collaborazione di Francesco Castrovilli (recording, mixing) e Marco Menchise (basso).
Direttamente da Bari, Edoardo Partipilo (voce, chitarra acustica), Davide Fumai (tastiera, batteria) e Lorenzo Gentile (chitarra elettrica, basso) si son cuciti addosso un sound particolare, un mix di alternative rock e folk che si poggia su melodie psichedeliche, un gioco di contrasti tra sonorità più morbide e momenti più ruvidi, il tutto su strutture non convenzionali.
Mother-door è la prima traccia dell’album. Dolcissimi gli arpeggi iniziali che, insieme con la voce, ricamano un’atmosfera sognante e ariosa. A metà della traccia la canzone s’increspa, mettendo in risalto i contrasti dinamici ed emozionali, caratteristica delle composizioni del trio.
La traccia che dà il titolo all’album è un connubio tra folk, field recordings e una forte componente emotiva. Probabilmente la miglior canzone del disco. La voce funge da strumento aggiunto con le varie parti di chitarra che si stratificano a formare un delicato tappeto sonoro ed etereo.
Scarecrow è un po’ il riassunto di tutto l’album: una canzone sussurrata ma che ad un certo punto cambia marcia, crescono le dinamiche ed esplode la traccia, intensa e ricca di emozioni.
A chiudere The Roost ci pensa Yousuck. La canzone ricorda Makai: voce rarefatta e alt rock, un equilibrio ammaliante che si muove tra melodie perfette e chitarre taglienti.
I Good Moaning giocano con i suoni, sono maestri nel racchiudere nelle loro canzoni le emozioni e hanno un’ottima capacità di scrittura, tutto ciò li rende interessanti, diversi da quello che si trova nel panorama musicale italiano. Un gruppo da tenere d’occhio.
Leggi l’intervista ai Good Moaning QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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