Graeme James: la passione che diventa lavoro
The Long Way Home è l’album di debutto del cantautore neozelandese Graeme James per la label canadese Nettwerk. Un disco che rappresenta un salto di qualità nella carriera di Graeme James e che lo porterà nel 2019 per la prima volta in tour in Nord America.
Graeme James è un cantante, compositore e polistrumentista dedito alla folk music, che comincia a farsi conoscere localmente per i suoi particolari live set a partire dal 2010. Si scopre one man show gestendo il proprio sound con un pedale loop, grazie al quale incide e sovra incide violino elettrico, chitarra, basso, ukulele baritono, mandolino, armonica, percussioni e beat boxing. Praticamente una orchestra.
Graeme entra in stretto contatto con la musica sin da bambino. Studia violino in Olanda con ambizioni da concertista, tornato in patria suona nella folk band di famiglia in feste e concerti locali.
Vive la musica inizialmente come una passione e non come un lavoro, ma, come recita la sua biografia, circostanze al di fuori del suo controllo lo portano a dover usare la macchina per avere un posto dove dormire. In queste circostanze Graeme decide di dedicare la sua vita alla musica.
Ora ha 4 dischi all’attivo, oltre quello in uscita, e 15 milioni di stream sulla piattaforma Spotify, ma non dimenticare la strada lasciata alle spalle, prendendo anzi inspirazione dalla dura esperienza che ha segnato spirito e corpo.
I primi due brani del disco ci immergono in una atmosfera luminosa, enfatizzata dai ritmi chiarissimi di ukulele e mandolino.
Night Train racconta una corsa notturna in un treno a rappresentare un cambiamento e la voglia di viverlo, inteso con un grande senso di libertà e fiducia nel futuro.
The Times Are Changing racconta invece dell’importanza di non dimenticare il percorso e le esperienze vissute, quasi in contrasto dicotomico con il primo brano ma con lo stesso spirito, interpretato da una voce coinvolgente.
Da questo punto entriamo in una galleria di esperienze, sensazioni e storie in cui l’andamento si alterna tra tracce ballad e tracce più ritmate.
Long Way Home è un brano lento e riflessivo. La voce di Graeme è sussurata come a descrivere il dolore del perdere se stessi ed i propri riferimenti.
To Be Found By Love con il suo ritmo da una sensazione di eccitazione, come quando si è travolti da un nuovo amore. Gli assoli di violino insieme alla voce interpretano meravigliosamente il racconto del testo.
Western Lakes è ancora un pezzo introspettivo e lento, mentre Here And Now riporta ritmo per stimolare e raccontare l’importanza del sentire il momento, essere presenti a se stessi.
Reverie, letteralmente “sogno ad occhi aperti”, Always e The Difference ci riportano in un contesto più intimo con la voce rassicurante di Graeme. The Difference racconta di come la libertà non basti per trovare una serenità e di come sia facile rimanere intrappolati dalla propria libertà.
Chiuduno il disco due brani dal forte sapore country delle origini, Way Up High e l’ultima traccia By And By che sembra registrata in bassa qualità, come fosse un registratore a nastro con un forte rumore di fondo. Questa miscela crea una pasta sonora che sembra riportarci ai tempi di Woody Ghutrie.
The Long Way Home è un disco da apprezzare testi alla mano. Pregevole è il lavoro fatto suoi suoni. Il sound è sempre coeso, avvincente, gradevole e efficace, non prevaricando mai la voce. Sono infatti i testi ad essere il cuore del lavoro e Graeme li interpreta in modo espressivo ed affabile, cercando di trasmettere al meglio le sue esperienze.
Un buon lavoro che lascia presagire una lunga e prolifica carriera.
Approccio la musica da giovanissimo, primo CD comprato all’età di sei anni, i backstreet boys -.-, pochi mesi dopo la regola dell’amico degli 883. Sbagliando si impara. La prima chitarra a 12 anni, amore mai finito, comincia il calvario del giovane musicista infognato nel hard rock ortodosso, rock progressivo, metal, inciampando ogni tanto nel jazz. Nell’approcciare i 20 scopro bob dylan e vengo rapito improvvisamente dalla folk music, ed in particolare dal popolare classico napoletano. Compro una telecaster. Nell’età della ragione cedo definitivamente alle lusinghe dell’elettronica chiudendo il cerchio. Percoso comune a tanti altri musicisti ed appassionati. Oggi sono diviso tra la passione per la scienza ed il pensiero positivista, spirito apollineo e laurea in ingegneria, e quello per la musica, spirito dionisiaco, che grazie al suo effetto terapeutico mi
permette di connettermi con emozioni profonde altrimenti indecifrabili per me. Il tutto tenuto insieme da un’altra forte passione, quella per la politica.
Comincio a scrivere per necessità, quando tengo un programma in una web radio stabiese, “radio asharam”, insieme a quel birbante di Petch, che mi indica la via maestra ancora oggi. Ci prendo gusto perchè lo scrivere esercita la mia scarsa capacità di sintesi e l’accuratezza dei concetti che provo ad esprimere. Sto migliorando.
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