Melodie e sperimentazione
Dopo due anni dal debutto con Pineapple, pubblicato da Spazio Disponibile (la label di Donato Dozzy e Neel), Grand River esordisce su Editions Mego con il suo secondo album Blink A Few Times To Clear Your Eyes.
La compositrice italo-olandese, titolare dell’etichetta One Instrument, ha sviluppato la capacità di creare melodie, come dimostrato nel primo album, che in questo nuovo album si affianca ad un lato più sperimentale.
Un mix di musica elettroacustica, minimalismo e ambient rarefatto prende piede nelle otto tracce del disco in cui gli strumenti acustici vengono perfettamente fusi con sintetizzatori elettronici e analogici per diventare un nuovo insieme organico.
Il desiderio di esplorare ciò che è nuovo e vedere ciò che ci circonda da diverse prospettive si evince già dal titolo dell’album.
L’album si apre con il brano Side Lengths, un assaggio della musica sognante ed elegante che Aimée Portioli ha racchiuso in A Few Times To Clear Your Eyes. Realizzata con lo Yamaha DX-7, la prima traccia è una pulsante tessitura elettronica ottenuta intrecciando varie linee di sintetizzatore, una creatura fragile e preziosa che risplende come un cristallo.
L’album si sviluppa attraverso un sound design panoramico dai continui rimandi cinematografici, un mosaico di suggestioni tra melodie sintetiche, field recording e archi come in Canopies, un brano dalla naturale propensione ad ampliare la percezione.
Le progressioni armoniche di Gold danno vita ad un breve piano sequenza, utilizzato per far respirare l’ascoltatore, un breve brano prima di immergerci nelle tre tracce conclusive.
Voce modificata nella traccia di chiusura, All There Now è un crescendo di field recording e suoni manipolati che danno vita ad uno scenario sci-fi.
Blink A Few Times To Clear Your Eyes è un album che non delude le aspettative, l’aspetto sperimentale del disco ci fa intuire che Grand River ha voluto fare un passo avanti rispetto al precedente lavoro, un’evoluzione che spinge verso un approccio timbrico ricco e complesso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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