Grandbrothers: la musica interagisce con lo spazio fisico
Può la musica interagire con l’architettura e lo spazio fisico? Qual è il suono di una chiesa che è stata ammirata per secoli per la sua struttura? Le risposte a queste domande sono contenute in Late Reflections, il nuovo album dei Grandbrothers uscito il 14 aprile per City Slang.
A tre anni dall’uscita di All The Unknown, il pianista turco-tedesco Erol Sarp e l’ingegnere/software designer svizzero Lukas Vogel hanno registrato il loro quarto album nella Cattedrale di Colonia, lo sfondo ha influenzato profondamente il suono del disco così come una scenografia diventa un elemento funzionale per gli spettacoli teatrali.
Il duo ha realizzato dieci nuove tracce a cavallo tra ambient, minimalismo ed elettronica, esempio di unione tra lo stile classico e sonorità contemporanee, nelle quali ogni suono, ogni nota proviene dal pianoforte a coda, utilizzato come unica fonte sonora. Una limitazione che spinge Vogel a manipolare e a processare questi suoni per ottenere un ampio spettro sonoro e a sfruttare al massimo le potenzialità del pianoforte.
Paesaggi sonori come Daybreak con la sua introduzione ambientale vertono sulle ipnotiche melodie del pianoforte effettate e modulate fino ad ottenere momenti ricchi e avvincenti. Nel finale questo processo ripetuto fa gonfiare la traccia ottenendo un avvolgente abbraccio musicale che definirlo neoclassico sarebbe riduttivo. In Infinte Vogel risalta le fluide progressioni del pianoforte incorniciandole con un beat elettronico che decora il brano. La brillante trama riflette lo stile imponente dell’architettura della Cattedrale di Colonia, un perfetto esempio di purezza e armonia nella quale si sente fortemente l’influenza di Phillip Glass quanto quella di Max Richter.
In North / South Sarp sfrutta il riverbero naturale della Cattedrale facendo riecheggiare le note staccate del pianoforte. Attraverso l’uso dei filtri i due ottengono una trama lussuosa e vivace che incontra il tocco umano di Sarp come pianista e lo spirito elettronico di Vogel.
Bloom si apre con fragili arpeggi di piano che conducono l’ascoltatore su un sentiero più drammatico, guidato dalla ritmica ottenuta con i martelletti dello strumento. Un lento crescendo che trasforma il sublime fraseggio in un climax virtuosistico.
Dopo quasi 30 minuti di musica strumentale, si ha la sensazione di aver ascoltato qualcosa di sorprendente, un disco ricco di passione e di architetture sonore che risentono dello spazio fisico nelle quali sono state registrate. Late Reflections è un album magico dal concetto forte di far interagire la musica con l’architettura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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