Buona la prima per Guinevere
Mauro Staccioli, uno dei pilastri fondanti dell‘arte contemporanea, è famoso per le sue sculture geometriche minimaliste, come il cerchio perfettamente integrato con l’ambiente immortalato nella copertina di Running In Circles.
L’Ep d’esordio di Ginevra Battaglia in arte Guinevere è fortemente legato al ricordo e all’esperienza di vita all’insegna dei dubbi, del rapporto con il proprio corpo in relazione all’altro, dell’ansia e dell’alienazione. Un racconto circolare che si ricollega all’artwork della copertina.
Running In Circles, pubblicato per La Tempesta, si muove tra folk, songwriting e pop attraverso sei canzoni intense ed evocative capaci di fermare il tempo e rallentare il ritmo di una vita fatta di corse e affanni.
Nonostante sia solo l’esordio discografico per Battaglia, l’Ep suona già maturo, pervaso dal rarefatto candore folk e dalla consapevolezza di chi sa quale strada intraprendere. Brani come Setting of the sun sono caratterizzati da un’ammiccante dolcezza ed un’atmosfera intima e raccolta, per poi, come nel caso della seconda traccia, sfumare in complesse orchestrazioni. Il soffice canto di Guinevere volteggia come fiocchi di neve nell’aria, senza mai turbare l’equilibrio perfetto di questo paesaggio sonoro. La purezza degli archi contribuisce ad accentuare l’armonia della canzone scivolando tra la sua morbida policromia.
Il brano che dà il titolo all’Ep è un gioiellino pop-folk che si muove attorno alla seducente malinconia della voce di Guinevere. Running In Circles è una tenue ballata fatta di chitarre leggere, soffusi interventi ritmici, legata ad una certa eleganza che lascia piacevolmente colpiti.
In chiusura Guinevere ci presenta l’unica strumentale dell’Ep: Night Till Dawn è un brano dalle influenze classiche e jazz che vede Alessandro Guarneri al piano, elemento cardine della strumentale utilizzato come filo conduttore tra il finale e l’apertura di Running In Circles.
In generale, l’Ep non cade nel rischio di diventare ripetitivo e un noioso, anzi le varie influenze lo rendono variegato e piacevole all’ascolto, ben bilanciato tra momenti evocativi e altri più vivaci.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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