L’arte della semplicità di Gustav Davidsson
Il compositore svedese Gustav Davidsson, già membro del Trio Ramberget e dei Westlin Tontin, presenta il suo nuovo progetto discografico, Anin, pubblicato il 22 gennaio 2021 da Blue Spiral Records.
Nove brani realizzati al pianoforte per un viaggio introspettivo, minimalista, nati per elaborare sentimenti connessi alla perdita, un mix di dolorose e travolgenti emozioni, per riflettere sulla direzione della vita. Ne viene fuori un album squisitamente emozionale, spontaneo, nel quale il linguaggio modern classical viene affiancato dall’improvvisazione.
I pensieri dolorosi e ingombranti trovano conforto nelle melodie nostalgiche e malinconiche dell’opener Inhalation. Suoni fluttuanti e imponenti creano un’atmosfera morbida mossa da un desiderio di pace interiore.
Brani tipicamente neoclassici come l’etere Leaving o l’intimista Await una traccia composta da piccolissimi pattern di note ripetute che rievocano lo scorrere di un corso d’acqua. Sono composizioni come queste che mostrano un autore duttile ed elegante, forte di una sensibilità che tocca tracce come Behind Your Shoulder. Il suo incedere flebile e l’affascinante delicatezza della composizione danno all’ascoltatore un senso di pace e tepore.
In Shallow Breathing è la malinconia a prendersi il centro della scena in un crescendo di grande intensità: profonda e carica di suggestioni, la sesta traccia di Anin è un po’ il fiore all’occhiello del disco, in cui Davidsson esprime la sua personale visione della musica, senza muri di sicurezza o scopi intellettuali.
Hope chiude l’album e lo fa con leggerezza, un bagliore di speranza prende forma attraverso le note delicate e sospese del brano.
Anin è un lavoro onesto e sincero, introspettivo e riflessivo, che nella sua semplicità colpisce al primo ascolto. Non è sicuramente un album che rivoluzionerà la musica classica contemporanea, e neanche penso sia l’intento di Gustav Davidsson, ma sicuramente il musicista svedese riesce nell’intento di donare un senso di conforto durante l’ascolto dell’album.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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