Un pensiero apocalittico in musica per Hadas Pe’ery
Nata in Israele, Hadas Pe’ery è una compositrice, sound artist e attivista politica. Ha studiato violino e pianoforte e, successivamente, contrabbasso, fagotto e corno per poi interessarsi all’interazione tra uomo e macchine.
Dopo aver dato alla luce The Secret Lives of Electromagnetic Transducers, torna a collaborare con Elli Records con un nuovo lavoro intitolato Aesthetics of Impending Catastrophe 2020.
Pubblicato il 23 giugno per la serie In The Room, l’album si compone di due tracce nate nell’estate del 2019, quando Hadas ha iniziato a raccogliere e creare materiali sonori guidata dall’immagine del mondo che volge al termine a causa dei cambiamenti climatici e del capitalismo globale.
Rilasciato nel periodo della pandemia del coronavirus, Aesthetics of Impending Catastrophe 2020 ben si sposa con il momento caotico che stiamo vivendo.
Il primo paesaggio sonoro, Impending Catastrophe Part I, si apre con dei leggeri droni atmosferici, una ventata di rumori e processi digitali che narrano di una “catastrofe imminente”. La traccia è pervasa da un senso di ansia e tensione, quasi opprimente, dato dall’uso di suoni gravi e striduli che ci pongono davanti ad un territorio arduo e angusto.
Impending Catastrophe Part II si apre con dei glitch alieni, microscopiche narrazioni lente e ossessive lasciano trapelare un senso di claustrofobia. Insetti digitali infestano questo paesaggio sonoro, brulicano tra i processi digitali che prendono le sembianze di gocce d’acqua. Sciami d’insetti compongono il ritmo della traccia dandole un senso di movimento e di nervosismo.
Aesthetics of Impending Catastrophe 2020è un pensiero apocalittico tramutato in musica, è il racconto di paesaggi sonori che si potrebbero incontrare dopo che le città saranno state inghiottite dagli oceani, le masse saranno morte di carestia e guerra e la maggior parte degli esseri viventi sarà stata uccisa o deformata dagli inquinanti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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