Caos party con Haf Haf
A sei anni dal debutto con Notch, Haf Haf torna a pubblicare per Gang Of Ducks. Pattern In Chaos, in uscita il 27 novembre 2020, è un lavoro singolare nel quale il milanese unisce techno cupa, lenta e psicotica a campioni vocali hip hop.
Otto tracce eterogenee, in cui il timbro unico di Haf Haf è la voce narrativa che ci accompagna in questo viaggio. Il piacere dell’esplorazione, scoprire posti nuovi oltre a ciò a cui siamo abituati, è il concetto principale del disco.
A Tower To Tanathos si apre con una sezione ritmica acidissima, il tutto tra improvvisi stop&go e una voce distorta che contribuisce ad alimentare il bad trip. Una traccia paranoica e inquietante ai confini della techno.
La musica di Haf Haf non si limita a bordate selvagge, ma punta piuttosto a un effetto più psicologico che viscerale (Bonola) il tutto avvolto da atmosfere rarefatte, senza aver paura di sporcarsi con frammenti cosmici. Ipnotiche sequenze di synth e suoni circolari (Ricchezza Mentale) accompagnano i sample vocali che ne evidenziano le progressioni ritmiche.
Non mancano momenti surreali e fantascientifici con echi di UK Garage (U Are Not Cool) nei quali trionfano sintetizzatori colorati e ritmiche campionate. Inevitabile lo spettro dei rave con annessa cassa dritta ed effetti laser (Venom) nelle tracce più dure e caotiche di Pattern In Chaos. In chiusura Vitraya Ramunong è una fusione tra techno e ambient, suoni allucinati ma anche onirici che ne amplificano la spazialità.
Pattern In Chaosè un album più avventuroso che innovatore, dalle formule sonore ben consolidate. Una perfetta colonna sonora di un immaginario film dell’horror a suon di techno opprimente. Viene fuori la personalità creativa di Haf Haf che rende ogni traccia del disco personale e difficile da etichettare. Un lavoro ben solido da apprezzarne tutte le deliziose sfaccettature.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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