Harry Jay-Steele e il suo viaggio senza confini
No-Boundaries
Confini. Naturali come i Pirenei, sociali come la divisione in classe, politici come destra e sinistra, umani come il razzismo e la xenofobia. Cosa succede quando il confine viene abbattuto? Meraviglia delle meraviglie, ci si sente liberi, curiosi, pronti a conoscere tutta la bellezza che c’è nell’altro.
Questo discorso che, mi rendo conto, è a metà strada tra una pubblicità progresso e una versione 2.0 (fatta male) di I Have A Dream, rivela però una grande verità in cui l’arte, la musica e l’ispirazione hanno sempre posto le loro radici. Harry Jay-Steele, eclettico artista inglese, ha debuttato in società con un album che racchiude tutto ciò.
Boundaries è la sua espressione di libertà che percorre strade infinite di generi lontani tra loro, raggiungendo un’armonia che solo la perfetta fusione tra artista e musica riesce a sprigionare.
In uscita il 4 dicembre 2021 per la Naim Records, Bounaries è un disco soul, ma anche indie, elettronico, ma soprattutto pop, che riprende moltissimo dai ritmi africani e in cui regna il talento innato nelle percussioni di Harry.
La musica di Harry Jay-Steele è una vera e propria esperienza musicale, un’avventura che ci offre miliardi di possibilità. Tanto articolata è la sua ricerca, tanto ricco è il riflesso che l’ascoltatore può darne.
È come se ce ne fosse per tutti i gusti: un incipit molto ritmato, perfetto per chi ama il neo-soul, è affidato a pezzi come Work It On Your Own, In The Dream o Wish For One Night; ballate più indie e molto sensuali come Precious o Not Quite Like This, pezzo straordinariamente fuso con l’afrobeat, molto fluido; brani quasi cinematografici come Horse o Prison Rainbows e una dolcissima chiusura con Can You Haer Us Now, in cui l’interpretazione dell’artista arriva al suo punto massimo.
Harry Jay-Steele oltrepassa generi e confini, regalando una viaggio speciale che non attraversa solo la musica.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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