Hayden Calnin: to be human
Spesso paragonato ad artisti del calibro di Bon Iver, James Blake e Tom Odell per la fusione di folk ed elettronica, Hayden Calnin giunge al suo lavoro più importante e lo faponendosi domande filosofiche ed esistenziali per le quali non esistono risposte.Il nuovo disco è una riflessione intima e introspettiva sul significato di essere umano, spingendo l’ascoltatore atrovare il proprio posto nel mondo.
Con il terzo album intitolato What It Mesigns To Be Human il cantautore australiano ha raggiunto la piena consapevolezza dei suoi mezzi: testi sopraffini accompagnati da un folk-pop cinematografico e orchestrale nato dalla combinazione di archi, elettronica e melodie ipnotiche.
L’album si apre sulle note di Start, una magnifica sinfonia di archi e piano che funge da intro per Lightning, la prima vera canzone del disco. Accostato a Justin Vernon per il falsetto inconfondibile, la voce calda di Calnin è accompagnata dall’elegante partitura orchestrale, un’esplosione di fiati e archi con pulsazioni elettroniche che danno dinamicità a un brano semplicemente meraviglioso.
Politicians è una canzone dall’impatto immediato con il suo muro di suono e un ritornello killer che la rende una canzone raffinata e radiofonica. Al contrario In the Beginning è una canzone quasi sussurrata che si muove delicatamente in punta di piedi. Un momento intimo e riflessivo con le sue cadenze elettroniche che pongono gli accenti sui suoni morbidi degli archi fino ad arrivare all’esplosione finale, un tripudio di gioia e voglia di vivere.
La title track è una ballad voce e chitarra nata durante il lockdown riflettendo su ciò che stava accadendo nel mondo. Un brano intimo che lentamente si riempie di nuovi elementi, arricchendosi lungo il suo fluire di suoni vibranti e scintillanti. La parola fine arriva con End, un brano dolce e viscerale per ringraziare coloro che hanno ascoltatol’album.
What It Mesigns To Be Human è un lavoro che vive di grandi canzoni, simbolo della maturità artistica di Hayden Calnin.
Leggi l’intervista a Hayden Calnin QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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