Un crescendo di emozioni per Haythem Mahbouli
Catching Moments in Time, pubblicato il 26 aprile 2019 dalla label giapponese Schole Records, è il nuovo album del compositore tunisino, residente a Montreal, Haythem Mahbouli che ha registrato il disco con la City of Prague Philharmonic Orchestra.
Un lavoro in grado di far sognare ad occhi aperti, nove “minimalistic theatrical composition”, una combinazione tra parti orchestrali e trame sonore minimaliste per un mix di suoni che creano emozioni.
Sessanta minuti di musica divisi in nove strumentali in cui Mahbouli si muove nell’ambito della post modern classical music, a volte contaminata con l’ambient (Passage), ma per lo più composizioni sontuose che giocano sul filo dell’emotività con suoni delicati ampliati dall’utilizzo dell’orchestra (And Miles To Go Before I Sleep).
Intima, Transition viene decorata da folate di archi, col ritmo che si alterna tra il lento e il veloce del piano. Una melodia incantevole è il frutto dell’orchestra che si fonde in un tutt’uno con le note del piano.
Il fulcro dell’album risiede nella parte centrale: Birth, Growth e Loss sono il cuore del disco. Tutte e tre nate da un motivo al piano crescente, Birth utilizza una parte vocale come preludio all’esplosione della sinfonia, Growth dà sfogo alle armonie degli archi mentre il finale di Loss è un intreccio tra gli archi e il piano.
Il brano conclusivo Catching The Last Moment è il momento più catartico di Catching Moments in Time. Dieci minuti tutti in divenire, un crescendo di emozioni per un brano che si ispira alle composizioni del maestro Jóhann Jóhannsson, con gli archi che tessono una sensazionale trama complessa.
Non importa la forma per Mahbouli, l’importante è quello che la musica genera, concepirla come immagini nate dalle esperienze vissute, il suo obiettivo quindi è quello che ogni ascoltatore possa creare le sue immagini da questa musica e adattarle al proprio vissuto.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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