Form: il ritorno di Hecq
Cinque anni dopo l’ultima uscita firmata come Hecq, il compositore, produttore e sound designer berlinese Ben Lukas Boysen rilancia il suo progetto sperimentale con un nuovo Ep di cinque tracce intitolato Form.
Pubblicato tramite Mesh, la label di Max Cooper, Form riprende il viaggio alla scoperta del vasto cosmo della musica elettronica, dalla techno alla breakcore, attraverso cinque nuove tracce ruvide e glaciali.
Sebbene siano fortemente influenzati dall’IDM, i brani contenuti in Form abbracciano stili diversi, paesaggi sonori caratterizzati da sequenze ripetute, glitch e ritmi taglienti fanno di questo Ep un lavoro estremamente flessibile.
Form si apre con Gyro, una sequenza di synth vibranti accompagnati da un ritmo two-step vanno a comporre un brano dai suoni liquidi e mutevoli. L’inizio è sicuramente tutto in salita, partendo con il piede sul freno prima di scatenare un sintetizzatore iperattivo e un pattern di batteria ipnotico.
Drum and bass e suoni tribali futuristici si uniscono in Redom Solid: la seconda traccia è un concentrato di ritmi spezzati e oscillanti punteggiati da una linea di basso robusta. Una giungla urbana di suoni che riflette l’interesse di Boysen verso l’esplorazione di generi diversi che si manifestano nei cambi repentini della traccia, dai ritmi sci-fi tech alla house profonda passando per breakbeat viscerali e sincopati.
Con la title track si smorzano i toni, i synth traballano e il beat viene eliminato completamente, lasciando emergere gli elementi riflessivi e le melodie fluttuanti.
Si spengono i riflettori con BKN, il brano più complesso tra i cinque. Colorati arpeggiatori e ritmi scomposti fanno crescere lentamente la traccia fino a concludersi con una coda ambient.
Il ritorno di Hecq è una giocosa tavolozza elettronica che attinge da generi e sonorità diverse. Form è una raccolta di cinque canzoni che ci portano in un viaggio alla scoperta delle diverse sfumature dell’elettronica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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