Heduda Flinkeswiesel e il processo d’ascolto soggettivo
Da Berlino Heduda Flinkeswiesel approda su Denied Area e lo fa con Mania, un Ep che si concentra sul processo d’ascolto soggettivo, di tipo percettivo-sensibile, approfondendo il concetto di come la percezione individuale possa essere distorta da agenti interni ed esterni.
L’Ep è un condensato di avanguardia, sound design ed elettroacustica sviluppato in cinque tracce composte da suoni naturali, sprazzi di rumori e fieldrecordings. Mania ci consegna un musicista maturo e dall’attitudine cinematografica: questo lavoro, infatti, è un affresco urbano fatto di interferenze e rumori che vanno ad alterare i paesaggi sonori caricandoli di tensione in costante aumento per tutta la durata dell’Ep.
La prima traccia, Subliminal, è un concentrato di field recordings alterati dalla presenza di elementi industriali ed una ritmica abrasiva che rendono l’ambiente plumbeo e soffocante. Il suono del sax guida la traccia permettendo ai suoni naturali di prendere il sopravvento sui rumori. Sette minuti incessantidi percussioni e stridori in Escape mediante il quale Heduda sviluppa un vortice di musica concretabasato sull’esplorazione delle timbriche. Non da meno, Chase è un treno in corsa, un connubio di suoni modulati, percussioni e feedback cuciti insieme per creare un’atmosfera asfissiante. Tempo di una breve pausa e i suoni diventano ancora più intensi andando a pescare nel calderone industriale , un intenso crescendo di strati di suono con il sax di fondo che funge da elemento di continuità tra le tracce.
Nella title track Flinkeswiesel come voci che emergono dal vuoto tira fuori feedback, rimbombi ed elementi percussivi da un drone. Ne scaturisce una produzione che suona come un rituale tribale contemporaneo con le voci campionante al posto dei versi sciamanici.
Spirou – Deconstruction, la traccia finale, è una giungla di suoni urbani, uno scoppiettante soundscape che sfocia in un paesaggio ambientale astratto puntinato da pulsazioni elettriche e sirene dilatate che fungono da elementi esterni atti ad alterare la percezione dell’ascolto.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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