Hemlock Smith & les Poissons Autistes: la colonna sonora di un inverno apocalittico
Un incontro consolidato che va avanti da più di dieci anni quello tra Hemlock Smith & les Poissons Autistes, la prima collaborazione risale al 2008 con Three Times Dead.
A distanza di 13 anni il cantante di Losanna e il duo noise danno alle stampe l’erede diretto del primo album, The Necrophone Sessions, pubblicato il 26 febbraio 2021 per l’americana Roman Numeral Records.
Nasce così un lavoro in grado di mettere insieme l’animo dark folk dello svizzero con l’approccio sperimentale del duo, in grado di evocare immagini di reclusione, crisi politiche e sociali e l’idea della fine del mondo come la conosciamo, con la claustrofobia sonora che rispecchia i nostri tempi e i giorni nostri.
L’album si apre con un brano trip hop oriented, Search the Shadows: una musica oscura scandita da una ritmica semplice ed essenziale accompagnata da synth ruvidi sulla quale si poggia l’epica narrativa di Smith.
Un sound stratificato dai toni inquietanti per The Glory of the Soviet Union. Il canto sussurrato dello svizzero viene accompagnato da strati di droni che creano un’atmosfera crepuscolare. Un lento crescendo con gli strumenti acustici a ricamare un finale apocalittico.
In Krankenakte i toni gravi del violoncello sono l’elemento dominante di una marcia funerea, carica di tensione e feedback. Il tutto viene guidato dalla voce di Hemlock Smith col suo cantato in stile sprechgesang.
Nowhere con il suo sound abrasivo e un ritornello killer si candida come uno dei momenti migliori del disco. Percussioni industriali e chitarre acide contribuiscono a dare un senso di morte imminente.
La catarsi del trio si manifesta conThe Necrophone Sessions, un album liberatorio che parla dell’aldilà. Il disco prende spunto dal Necrophone di Thomas Edison, un dispositivo ideale che avrebbe permesso di conversare con i propri ricordi. Un sogno febbrile senza fine quello rappresentato dal trio che con The Necrophone Sessions dà un barlume di speranza all’umanità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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