Hermann Nitsch e il Paese del vino
Pubblicato postumo dopo la sua scomparsa all’età di 83 anni, Weinviertel Sinfonie del controverso maestro dell’Azionismo Viennese Hermann Nitsch è la celebrazione dell’arte e della campagna austriaca, 80 minuti di musica orchestrale ispirata al paesaggio della contea del vino.
L’album rilasciato da Trost Records, è stata registrato al Museo Nitsch di Mistelbach ed eseguita dalla Radio Symphony Orchestra di Vienna.
Diviso in sei movimenti, il brano è una sinfonia composta per 27 suonatori di archi: nei tredici minuti iniziali di 1. Satz l’orchestra crea una densa e fitta trama sonora, una serie di inquietanti dissonanze e ricche armonie vanno ad incastrarsiprovando a riprodurre le caratteristiche del paesaggio austriaco popolato da uccelli, con il vento che soffiatra alberi e colline.
Se la prima parte è un continuo crescendo e decrescendo di dinamiche, con 2.Satzpartiamo subito in salita con un roboante suono di archi che danno al lavoro una profondità sconfinata. Nel secondo movimento la composizione ne acquista di teatralità e drammaticità passando da una apertura cupa a qualcosa di più ampio ed elegante.
Arrivati a4. Satz i suoni iniziano ad essere stridenti, una pioggia di dissonanze in grado di provocare una reazione nella psiche dell’ascoltatore. Questa parte dedicata all’avant minimalismo evoca un senso di liberazione, da sempre caratteristica delle azioni performative dell’artista austriacodivenuto celebre per l’utilizzo di carcasse di animali, sangue e corpi nudi con lo scopo di liberare l’individuo da tabù religiosi, sessuali e moralistici.
Nei 12 minuti finali della composizione, 6.Satz si rivela una ricompensa catartica, una chiusura intensa ed emozionale, quasi strappalacrime come ci ha abituato Nitsch nella chiusa delle sue opere.
Weinviertel Sinfonie è un’opera impegnativa e senza compromessi, il miglior modo per Hermann Nitsch di salutare la sua terra rendendole omaggio con una musica destinata a restare per sempre.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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