Le ballate folk di un giovanissimo cantautore, Hide Vincent, e le riflessioni del tramonto.
C’era una volta un giovane poeta
Quante cose si possono fare in quindici minuti? Si possono skippare molte canzoni su Spotify in soli quindici minuti? E quante emozioni nello stesso tempo? È davvero considerato ritardo, un ritardo di soli quindici minuti? Insomma, è un tempo molto breve, oppure infinitamente lungo: è il tempo necessario per entrare nel mondo di Mario Penna, in arte Hide Vincent.
Il giovanissimo cantautore irpino ha inciso per I Make Records il suo secondo lavoro, un Ep intitolato The House Warring, quattro tracce che indagano sui sentimenti, i luoghi, le condizioni che riguardano gli uomini e le loro abitudini.
L’evoluzione è decisamente chiara, per quanto riguarda la crescita artistica del nostro protagonista, e bene si distacca dal suo esordio. Più maturo, anche se ancora molto giovane, Hide Vincent promuove una scrittura accorta, adagiata su un delicato sfondo folk, che molto attinge da sonorità internazionali. Incisivo è quel tocco di ballata, che ben si sposa e si incastra in questo genere.
I testi, completamente in inglese, rispettano questa tendenza musicale, parole forti e nemmeno troppo semplici. Sicuramente non sono scontate e riescono ad esprimere le sensazioni del cantautore. La copertina dell’Ep sembra essere un omaggio a Harvest di Neil Young; più che ispirato dallo storico musicista canadese, infatti, mi piace pensare che a lui venga fatto un riconoscimento, un richiamo che indichi il punto di partenza.
Che poi, quando una casa è in rovina, da dove si è partiti sembra un punto molto lontano, ormai inafferrabile e guardando le macerie, si ritrovano i ricordi, le avventure. Queste sono quelle che Hide Vincent ha voluto raccontarci, nella forma chiara di un accompagnamento alla quotidianità.
Le sue ballate si offrono alla riflessione di ogni giorno, meglio ancora a quella di fine giornata, quando il tramonto ha ceduto il passo alla sera ed inevitabilmente il pensiero comincia ad espandersi.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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