Blind Heaven, le diapositive sonore di Hior Chronik
Dopo due anni dall’uscita di Out Of The Dust, reduce da un periodo di produzione abbastanza veloce (tra l’autunno e l’inverno del 2019), torna a farsi sentire Giorgos Papadopolous, meglio conosciuto come Hior Chronik.
Il compositore ateniese residente a Berlino, riconferma la ormai viscerale collaborazione con la 7K! (etichetta di culto per la fruizione discografica di musica neoclassica europea), pubblicando il suo nuovo disco: Blind Heaven, in ascolto dall’8 novembre.
Un cenacolo musicale che vede la partecipazione di altrettanti musicisti di settore come Masayoshi Fujita, Amber Ortolano, il nostrano sound engineer Francesco Donadello e il pianista polacco Hania Rani, solo per citarne alcuni.
Blind Heaven non lascia adito a snaturazioni stilistiche di sorta: segue linee compositive che ormai rappresentano un marchio di fabbrica per il producer greco. È musica fatta di impegni espressivi, self-help e meditazione, pur non celando una spiccata istintività sperimentale. A cavallo tra minimalismo neoclassico, ambient elettronico e drone, il suono si svela nelle sue fattezze più oscure. Si articola nelle partiture orchestrali, adornandosi di una veste classica, arricchita da sussurri elettronici e trame sintetiche.
Sconfina in territori sonorizzativi, aprendosi a scenari quasi cinematografici; dalle note cupe e a tratti ansiogene, Hior Chronik imprime visioni vivide e granulose che rimandano agli sterminati paesaggi plumbei del nord Europa. Il suo lavoro è come una sequenza di diapositive sonore, di musica eterea ed immaginifica volta a rievocare mondi e spazi introspettivi che mirano alla stimolazione sensoriale dell’ascoltatore.
Blind Heaven è un disco che prende le mosse da uno studio visivo e fotografico, sulla cui base il producer adatta prospettive compositive ibride (frutto di anni di esperienza d’ascolto, prima come giornalista musicale, poi come musicista). Dalle voci femminili di Beneath, ai vibrafoni di Fujita in Blanket, dai fiati di Don’t Mess With My Heart ai pianoforti di Elixir, la matrice sinfonica incontra il glitch elettronico delle drum machine e dei sintetizzatori (come in Smash And Grab).
In una fusione elettroacustica di sonorità che, pur contrastanti, formano una miscela alchemica perfetta. Blind Heaven è lo specchio culturale di un compositore che, prima di essere un musicista, è un ascoltatore istintivo, sposato alla ricerca della sensorialità.
Hior Chronik è come un sonorizzatore di sequenze grafiche mai girate ma vivide nella sua mente, mosso dall’esigenza interiore di appagare la sua fame creativa.
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