Hiro Kone: nell’oscurità e nell’assenza c’è un’opportunità per la scoperta
Silvercoat the throng è un nuovo capitolo della carriera dell’artista newyorkese Nicky Mao in arte Hiro Kone. Il quarto album pubblicato da Dais Records, è una suggestiva miscela di ambient, drone e noise nata da un’energia pulsante e oscura che prende forma dall’incontro degli archi con la sintesi modulare.
Un nuovo punto di partenza per Mao che sfida la transitorietà di un fenomeno come il sound design per ottenere un suono sempre meno caotico, ma allo stesso tempo articolato e cinematografico.
Ne è un esempio Mist to petrifact, una traccia che abbina oscillazioni minacciose di synth con strati striscianti di archi che compaiono come piccole eruzioni senza mai esplodere totalmente.
Pervasa da un’aurea di oscuro misticismo, in Munduspatet si mescolano techno, rumori industriali e morbidi frammenti percussivi dando spazio a un caos controllato carico di tensioni e inquietudini.
L’album si avvale della collaborazione di Travis degli ONO, Speaker Music e Muqata’a i quali con le loro liriche contribuiscono ad espandere la tavolozza sonora, come si evince da Reciprocal Capture nella quale la potenza sonora dei glitch e dei suoni scomposti rende luminoso e scintillante il messaggio lanciato da Hiro Kone.
Calda e avvolgente, Partingphrase amplia la tavolozza liminale dell’album con eleganti partiture d’archi e le pulsazioni di deriva techno con le quali solidifica il sound del brano accompagnando l’ascoltatore in un viaggio tra terreni crepuscolari.
La conclusiva Malady of Duration con i suoi rimandi New Age è costruita su una linea di sintetizzatori barcollanti che si muovono all’unisono con gli archi creando un flusso intenso, una colonna sonora perfetta per le giornate cupe.
Nel complesso,Silvercoat the throng è un album in grado di catturarel’attenzione dell’ascoltatore grazie alla capacità alchemica di HiroKonedi scoprire nuove soluzione nella distruzione e nella decomposizione dei mondi interiori.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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