Tutto o niente per gli Hiroshi
A quasi cinque anni dall’Ep omonimo, gli Hiroshi pubblicano l’album di debutto, Anything, in uscita l’11 dicembre 2020 per Nufabric Records. La formazione marchigiana formata da Luca Torquati, Lorenzo Renzi, Nicolò Bacalini e Alessio Beato, propone un concentrato di dream-pop, elettronica e shoegaze nel quale “ogni cosa” suona al suo posto.
Prende così forma un album che ruota attorno al concept del frammento: ogni traccia è un pezzo di un puzzle che va a comporre una serie di ricordi. Un carico emozionale non da poco, ricchissimo di spunti melodici come la sognante Trading Place. In Run Ran Run il quartetto marchigiano ci mostra il loro lato più rock: se da un lato le chitarre suonano taglienti, dall’altro la voce risulta sempre calda e ovattata. Synth vorticosi danno colore ed epicità alla traccia con quel pizzico di electro che non guasta mai. Intimate è una strumentale di matrice post rock che risplende per le soluzionidinamiche di alto livello.
Isolation Row, con il suo carico di sonorità dream, è una traccia ricca di suggestioni che ricorda band come i Giardini di Mirò e i Julie’s Haircut. La vibrante Mountain sè un pop sognante e rarefattonella quale le chitarre e i sintetizzatori intrecciano una trama dai riflessi shoegaze. Un brano che gioca con il chiaro scuro, atmosfere cupe e sprazzi di luce. Con Float i quattro giocano a destrutturare gli elementi finora proposti per rimescolare ancora una volta le carte. Nonostante la sorpresa iniziale, l’ottava canzone è un brano nato dall’unione dello shoegaze con l’elettronica con l’uso delle note del piano dilatate e le chitarre per creare un sound morbido e avvolgente.
“Niente” è lasciato al caso in Anything, un disco completo, ricco di influenze, dal post rock all’elettronica che vanno a comporre un sound in grado di definire in maniera netta la personalità dei quattro musicisti coinvolti. La percezione è quella di una band originale che punta sui contrasti, come la contrapposizione tra freddi glitch digitali e calde sonorità analogiche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti