H’UM: la libertà di creare secondo Rosario Di Rosa e Stefano Grasso
Dall’incontro tra Rosario Di Rosa (elettronica) e Stefano Grasso (batteria e vibrafono) nasce il progetto H‘UM, duo d’improvvisazione elettroacustica.
Improvvisazione come sinonimo di sentirsi liberi di creare, è così che prende forma Zehra, dalla “necessità dell’atto creativo che prescinde qualunque cosa”. Pubblicato il 4 settembre dalla Deep Voice Records, l’album non è un semplice omaggio all’opera dell’artista curda Zehra Doğan, bensì è una trasposizione del suo rapporto con l’arte che si contrappone a una società in cui l’arte stessa ha sempre meno valore (quest’ultimo inteso come coerenza, profondità d’intenti, rifuggire da ogni compromesso).
Iniziamo subito con un’ondata di suoni elettroacustici con l’opener Fhdhjkdfghjkdfghjk: densa e materica, la prima traccia è un’esplosione di feedback, sintetizzatori altisonanti per quello che è un dialogo tra strumenti acustici e digitali.
Non da meno a livello di esplosività, 40 sec Invasion, che vede il duo allargarsi a trio col featuring di Placido Salamone, producer e chitarrista di punta del pop italiano. Un groviglio di suoni tra elettronica alla Aphex Twin e una batteria incalzante. Nel mezzo di questi echi siderali si stagliano le incursioni soniche di Salamone. Affiancati da Carlo Nicita (originalissimo flautista jazz dalle evidenti influenze classiche) in MOno For Bass Flute, i tre danno alla luce una composizione tribale, nella quale l’utilizzo della strumentazione elettronica con il flauto e la batteria sono finalizzati a creare una sorta di flusso ipnotico e onirico.
In Just Like A Piece Of Metal i due plasmano un’architettura sonora che va ben oltre la sommatoria dell’elettronica e della batteria, delle sperimentazioni vocali di Sarah Stride (cantautrice di ambito elettro-pop) e delle note dissonanti del violino di impronta avantgarde di Eloisa Manera. La traccia esplora i confine tra sound art, elettroacustica e improvvisazione.
Nove composizioni dalle complesse trame marcatamente dinamiche, in Zehra il suono diventa un vorticoso flusso sensoriale. Rosario Di Rosa e Stefano Grasso si circondano di musicisti eccezionali per dar vita ad un album sofisticato, una prova brillante che concretizza la visione musicale dei due artisti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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