Power Pose: quando il troppo storpia
A distanza di tre anni da Home, il gruppo orchestrale Human Pyramids pubblica il 25 dicembre 2019 il terzo album Power Pose, in uscita per Three Mile Town. Nei due album precedenti il folto gruppo aveva messo in mostra un sound elegante ed arioso, seppur troppo pacchiano e barocco.
Un problema che si riscontra anche nel nuovo lavoro, che appare sin dal primo ascolto troppo perfetto nella sua proposta, ma privo di trasporto. Il collettivo guidato da Paul Russell mette in mostra una tecnica invidiabile e delle composizioni accattivanti, ma l’impressione generale è che rimanga tutto fin troppo piatto.
Se il brano iniziale, 4000 Miles, è un interessante climax di ottoni, archi e trame di fini armonie, già la successiva Volcano è permeata da un sound eccessivamente giocoso e pomposo, che urta con quanto creato dal brano precedente.
Per quanto quest’atmosfera sia presente in quasi tutto l’album, non mancano momenti buoni, in cui il gruppo riesce a limitare questa natura e a far emergere quella più elegante e, a tratti, da camera. In Boxing Day glitch gorgoglianti e archi maestosi si incastrano alla perfezione, così come riesce bene l’apertura di armonie vocali a fare da contraltare alle melodie poliritmiche di Memory Map.
Convincono molto meno Treacle, brano fine a sé stesso e senza nulla da dire, e Hospital Radio, che nella sua anonimità ricicla tutti i clichè del gruppo. Le trame vocali di Wisdom Teeth non sembrano essere nel posto giusto in un brano già di per sé molto melenso. Chiude Trouble, forse il pezzo più riflessivo e rilassato del lotto.
Complessivamente, Power Pose continua a mettere in risalto gli evidenti pregi e i numerosi difetti degli Human Pyramids, che continuano a dare l’impressione di poter dare molto di più. Il gruppo è capace di alternare pezzi ben strutturati e bilanciati ad altri in cui un sound fin troppo barocco e apparentemente immacolato straborda fino all’eccesso.
Chi si aspettava una svolta rimarrà deluso, e avrà il solito disco perfetto ma senza anima.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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