Il messaggio positivo de I Figli dell’Officina
Approdano al secondo album (il titolo è Parlamente, out il sette di Dicembre u.s. per Musicraiser) i siciliani I Figli dell’Officina, nutrito gruppo di musicisti formato da Adriano Testa (voce e violino), Giuseppe Giambirtone (voce), Daniele Testa (mandolino elettrico), Salvo Vitale (fisarmonica, voce), Silvio Trovato (chitarre, voce), Davide Calabrese (basso elettrico), Salvo Pacino/Ovlas (batteria).
Parlamente (prodotto e arrangiato da Tony Canto, nove canzoni per circa trentacinque minuti circa di ascolto musicale) non aggiunge niente al contributo dato al genere popolaresco-etnico-rock suonato dalla miriade dei gruppi già esistenti nel nostro paese in questo specifico campo.
Tuttavia il disco ci ha convinto al primo ascolto e ancora riesce a convincerci per la sua gradevolezza, per l’ottimale equilibrio sonoro tra i vari strumenti, perché e ben suonato e per gli interessanti contenuti delle varie songs.
Musicalmente parlando i FdO si ispirano oltre che al folk di marca prettamente italiana, alla musica balcanica e alla musica d’autore; tali influenze, ad ascoltare l’album di cui parliamo, possono essere immediatamente avvertite. Con riferimento ai contenuti dei vari brani, invece, essi conferiscono grande spessore e ulteriori significati all’intero lavoro. L’ensemble ennese appare, come si usava dire una volta, “militante”, “impegnato”.
I testi, infatti, riguardano, oltre che le dinamiche di una quotidianità sempre critica e difficile, temi sociali e politici di notevole spessore. Concetto topico propugnato dai Figli dell’Officina è “La musica come piacere, lotta, amore ed educazione”.
Evidentemente il messaggio inequivocabilmente positivo lanciato della band è stato recepito anche dal pubblico dei seguaci ed amici della formazione di Troina: il risultato di ciò è che quest’ultimo lavoro dei siciliani è stato promosso attraverso una campagna di crowdfunding che ha riscosso grande successo.
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