Il Quadro di Troisi: la crisi diventa opportunità e il cambiamento si fa rinascita
Mentre il mondo cambia velocemente tra crisi globale generata dalle guerre e pandemie vissute, Il Quadro di Troisi non è rimasto di certo fermo: se con l’omonimo disco d’esordio Eva Geist (Andrea Noce) e Donato Dozzy (Donato Scaramuzzi) avevano esplorato in lungo e in largo il passato, oggi con La Commedia guardano al futuro provando ad indagare su quegli aspetti dell’umano che oscillano tra leggerezza e tragedia.
Il duo, che nel frattempo è diventato un trio con l’entrata in pianta stabile di Pietro Micioni, pubblica il secondo lavoro discografico per 42 Records e Raster, un disco in cui la crisi diventa opportunità e il cambiamento si fa rinascita, dove le situazioni difficili diventano uno spunto per reagire e affrontarle, anche in chiave ironica.
Musicalmente con La Commedia il trio ha uno sguardo al passato e uno al futuro, riuscendo a mischiare musica pop, elettronica e forma canzone, un mix inedito che sfugge alle definizioni e, al tempo stesso, le abbraccia tutte.
Ma veniamo alle canzoni: in apertura Il profeta è un paesaggio sonoro surreale retto da strati di synth che si ripetono e un’incessante batteria elettronica sulla quale si poggiano i versi lirici figurativi di Eva Geist. Una sorta di mantra elettronico con una struttura chiara che tiene insieme il tutto. Con La Notte Dozzy e Micione costruiscono un beat perfetto per il dancefloor, pattern sintetici e arpeggiatori abbracciano l’intensa voce della Geist. La successiva L’alieno è a tutti gli effetti una canzone di cantautorato con le sue linee minimali e un beat essenziale che viene arricchito dalle partiture degli archi. La voce è quasi un sospiro mentre nel ritornello acquista una forza e una potenza unica.
La Commedia segna un ulteriore passo in avanti verso la forma canzone e un linguaggio musicale ancora più autoriale e personale. Un album maturo ed elegante, anacronistico, con pochissime relazioni con le tendenze del momento.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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