Gli Impermeabili: il debutto musicale di due cantastorie
Otto brani in cerca di cantastorie.
Non Ci Siamo Per Nessuno, un grido necessario nel mondo turbolento ed eccessivo che ci sbrana, un titolo perfetto per un disco di debutto.
L’hanno scelto gli Impermeabili, un progetto artistico nato quattro anni fa dalla collaborazione tra due attori, Beppe Salmetti e Simone Tangolo, diplomati in recitazione all’Accademia dei Filodrammatici e al Piccolo Teatro di Milano. Una partenza, quella dei nostri artisti, che inevitabilmente invade anche la loro prestazione musicale, tanto che in tutto il disco è presente in modo incessante la componente teatrale.
Non Ci Siamo Per Nessuno è uscito il 7 giugno 2019, registrato l’anno prima, prodotto da RAMO e distribuito da IDR/Artist First, ed è un album che si difende delicatamente da sonorità ripetute, ma trova la sua particolare espressione attraverso otto brani tra canzone d’autore e blues.
L’album si divide in tre atti, proprio come uno spettacolo teatrale: Amore, Morte e Fraintendimento. Tematiche eterne, profondamente contorte, sempre aperte a mille considerazioni diverse che gli Impermeabili affrontano con ironia, sapiente utilizzo delle parole e dei modi di creare atmosfere adatte ai vari personaggi immaginari, che potremo trovare ogni giorno vicino a noi.
Una mini ballata postmoderna metropolitana è il primo brano del disco, in cui si avverte quella malinconia tutta italiana alla Guccini, che racconta una “favola moderna” consumata nella poetica forma di ballata. La Canzone Esistenzialista, in cui gli Impermeabili esplicano la visione, da loro stessi definita “poetastrica” dell’esistenzialismo, con accenni leggeri, ma intensi, di chitarre striscianti e suoni leggeri.
Pezzo fantastico è quello dedicata ad un tale Sergio e, specialmente, al suo blues: la vita di Sergio raccontata con ironia e dinamicità, in cui, credo, si esplica al meglio la capacità dei due di tenere alta l’attenzione, con questo loro personalissimo cabaret. Si chiude con La Canzone Bipolare, divertentissima e assolutamente da palcoscenico alla Fo e Jannacci.
Insomma, un disco che è anche uno spettacolo, senza un palcoscenico fermo, ma che è capace di spostarsi e di collocarsi ogni volta in uno spazio nuovo, quello che l’ascoltatore vuole trovare per sé. Di impermeabile, probabilmente, c’è poco, nella misura in cui si viene coinvolti totalmente dai due cantastorie e dalla teatro emotivo.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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