Ishmael Cormack: la natura diventa musica
Ammil segna il debutto per Ishmael Cormack, sound artist britannico che vive nelle zone rurali del Somerset. L’album, pubblicato il 15 febbraio 2020 via Krysalisound, è nato come una serie di schizzi improvvisati che sperimentavano l’uso dei poliritmi. Il catalizzatore del progetto è stato un viaggio nella natura paradossale del mondo naturale con i suoi sistemi complessi che danno origine alla nostra percezione di semplicità e bellezza. Cormack tenta quindi di imitare questa comprensione, creando un ritmo complesso che dà alla luce una melodia sottile.
Le sei tracce contenute in Ammil ci catturano lentamente attraverso un suono fragile, delicato ed estasiante. Nonostante a un primo ascolto possano sembrare molto simili tra loro, si differenziano le une dalle altre per i sottili dettagli, descrivendo sei diversi paesaggi naturali.
Con la title track si inizia un viaggio immersivo nella natura, quella incantevole e incantata che Cormack riesce a raccontare attraverso i suoni morbidi e delicati. Uno scorrere lento descritto attraverso l’uso del piano, un sound suadente e contemplativo che riesce a farci entrare nel mood romantico dell’artista inglese. Incantevole come in Fallow Keen Cormack faccia interagire i tappeti sonori: note dilatate in superficie fanno da involucro a droni leggeri in sottofondo, riuscendo così ad avvolgerti in una bolla senza tempo.
Pinecone è un vero e proprio dipinto, fatto di pennellate leggere di chitarra, sfumature di synth, field recording, tutti atti a raffigurare al meglio un paesaggio incantato e incontaminato.
Ma il momento più alto dell’album si ha con Sister on the Shoreline: la parte ritmica è data dalla chitarra che battendo col fingerstyle sul corpo dello strumento e graffiando le corde riesce a dare un senso di movimento.
Tutto l’album si muove, è un flusso lento, impercettibile, in cui il piano, la chitarra e i synth vengono destrutturati. Cormack ne muta la forma al fine di trasformarli in suoni naturali. Il suo scopo è distruggere le sovrastrutture quotidiane che ci stanno rovinando la vita. Quale modo migliore per godere della semplicità delle piccole cose se non immergerci in essa attraverso la musica?
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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