L’energia senza tempo di Izzy & The Black Trees
Old School
Se ti arriva un disco che in copertina ha l’immagine di una ragazza (la nostra cara Izzy) spettinata quanto basta, rock & roll quanto non basta mai, allora ci sono ottime possibilità che quel disco ti porterà indietro nel tempo.
Sì, perché sembra proprio che la mission di Izzy & The Black Trees sia quella di suonare, e pure forte e bisogna ammettere che a suonare forte sono rimasti in pochi!
Trust No One, in uscita il 20 novembre 2020 per Antena Krzyku, è un Lp totalmente alternative, poco indie e molto rock, dove lo strumento regna sovrano. Tra riff ruggenti e suoni potenti, infatti, si può già percepire la dissonanza tematica, inquieta e persistente.
Alienazione sociale, paura del futuro, bisogno di scappare, argomenti ormai a o da sempre all’ordine del giorno. Ormai o da sempre sono, poi, punti di vista, però soprattutto il rock si è sempre rivolto a chi si poneva certe domande, a chi aveva certe necessità.
Izzy e i suoi Alberi Neri sono Mariusz Dojs (chitarra), Lukasz Mazurowski (basso) e Mateusz Pawlukiewiez (batteria). Hanno un suono strutturato, un solido rock&roll, con una bellissima punta noise che colora ulteriormente il loro suono.
Trust No One, che da il titolo all’album e brano di apertura, è decisamente il pezzo più strong di cui regina indiscussa è la chitarra, oltre che la voce seducente e schietta di Izzy. Picasso’s Octopuss, After Dark e King of Gardens continuano sulla stessa scia, alzando leggermente i toni. Mentre Scream Sealions e Strangers Allow sono la parte noise dell’album, verrebbe da pensare, direttamente dai sobborghi di Londra o Berlino.
Eccoci sprofondati, infatti, nel famoso tuffo nel passato con cui abbiamo presentato Izzy & The Black Trees, in tutto e per tutto ricchi di un fascino old school, senza tempo.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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