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Sprecato: Jonathan Clancy non è solo un produttore

Lontano dall’indie rock/pop del progetto His Clancyness, il vero e proprio debutto a nome James Jonathan Clancy è quanto di più vicino si possa immaginare alle uscite della sua etichetta, la Maple Death Records, fra le poche a proporre un catalogo costante a livello qualitativo. Sprecato, in uscita il 2 febbraio 2024 proprio per la sua label, sembra infatti il manifesto con cui Clancy scende in campo e si lascia momentaneamente alle spalle il ruolo di produttore (per quanto anche questo disco sia prodotto da lui in coppia con Stefano Pilia).

Com’è giusto che sia nelle grandi occasioni, il musicista canadese si è circondato di nomi importanti, fra amici, collaboratori e volti noti alla sua etichetta: oltre al gruppo che lo accompagna in pianta stabile negli undici brani (Dominique Vaccaro alle chitarre, Andrea de Franco ai sintetizzatori, Kyle Knapp al sax) c’è spazio anche per Andrea Belfi, Francesca Bono, Enrico Gabrielli e il già citato Pilia. La proposta, variegata ed eclettica, mette insieme un certo tipo di cantautorato sperimentale à la Scott Walker con echi industrial e folk d’avanguardia. Bastano i primi due brani per semplificare questa apparentemente complicata fusione sonora: Castle Night parte proprio da un folk bucolico per deragliare in un climax intenso, mentre la successiva I Want You riporta alla luce il folk psichedelico di Simon Finn.

Se Precipice mette in luce il lato industrial della musica di Clancy, A Worship Deal è una discesa oscura nel gothic country, fascinazione costante nell’intero disco, ma che qui spicca in un allucinato incontro con il synthpop. Ma non è tutto: il singolo Had It All è una ballata che galleggia tra una psichedelia ormai d’altri tempi, folk pastorale e sogni sintetici, rievocati anche nel pop minimale di To Be Me.

Ci sono tante cose in Sprecato e il rischio di perdersi è dietro l’angolo. Fortunatamente Jonathan Clancy, che con la sua Maple Death riesce quasi sempre ad evitare problemi del genere, anche in quest’occasione riesce a distribuire in modo accorto le numerose influenze riscontrabili nell’album, complice una scelta perfetta delle collaborazioni.



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