Jana Irmert e l’arte di creare spazi
Dopo aver debuttato con End Of Absence (2016), seguito nel 2018 da Flood, Jana Irmert ha pubblicato il 17 gennaio 2019 per Fabrique Records, Cusp, una raccolta di composizioni tratte dalla colonna sonora del film/documentario Stress di Florian Baron.
In attesa del suo terzo album solista, l’artista del suono e compositrice berlinese ci regala otto bellissime composizioni che accompagnano il lungometraggio che dà voce a cinque giovani veterani della guerra in Afghanistan, alle loro esperienze e ai loro traumi dati dal disturbo da stress nel riadattarsi alla vita reale.
Irmert crea un cosmo sonoro attraverso un lavoro di sottrazione, dissolvendo i confini tra sound design e composizione musicale: suoni audiovisivi e disarmonie tali da rispecchiare il mondo imperfetto che ci circonda.
Otto composizioni elettroacustiche tra flussi liberi, droni atmosferici tali da creare strutture narrative senza tempo (Them Or Me). Man mano il suono si fa sempre più lento e oscuro (Fog) passando dall’immagine di perfetta calma che la Irmert aveva creato con la seconda traccia ad un costante stato ansiogeno della terza.
Non mancano momenti di sintesi elettronica astratti frastagliati da leggeri echi percussivi (Persevere) mentre con l’utilizzo dei field recordings e accenti ritmici la compositrice tedesca prosegue sulla scia di End of Absence facendo in modo che sia l’ascoltatore a creare le dimensioni del suo cosmo e gli oggetti al suo interno.
In chiusura di Cusp, The Road Going Home II, è il sunto di quello che potrete ascoltare nell’album: droni con oscillatori tanto cupi quanto sonorità più morbide improntate sulla ricerca delle armonie, il tutto utilizzando il numero minore di elementi ricercando nell’essenziale quell’arma in più per arrivare all’ascoltatore.
L’arte di creare spazi attraverso la musica, di rendere l’ascoltatore il protagonista di questo processo fa si che Cusp, nei suoi 20 minuti di musica, si riveli un lavoro sorprendente.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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