JARR: una strada nota dalla dirompente bellezza
A un anno dal debutto su Hush Hush Records con An Echo In Her Skin, John Attwood (Yellow6) e Ray Robinson (Wodwo) sono tornaticon il secondo capitolo del progetto collaborativo JARR. Pubblicato per la greca Sound In Silence, Talking About X è una combinazione di post-rock onirico e ambient fortemente consigliato ai devoti di Labradford, Roy Montgomery e Harold Budd.
The One Who Was Pale As Milk è la prima delle nove tracce del disco: i due musicisti modellano riverberi e giocano con il delay creando un paesaggio tratteggiato dal lento ritmo delle chitarre e dall’atmosfera ovattata. Nella successiva The One Who Took The Job In New York le tessiture chitarristiche si gonfiano di echi formando così la struttura di una composizione dilatata tra dream-post-rock e ambient. Nei sette minuti le chitarre e i sintetizzatori ondeggiano su morbide melodie ricamando un brano dal forte impatto emozionale.
The One With Psychedelic Eyes si colloca tra i momenti migliori del disco. La terza traccia nasce dall’intreccio di melodiose linee di chitarra appoggiate su un delicato tappeto di droni. Un brano post-rock costruito sull’equilibrio traelementi minimali e frammenti romantici che danno alla composizione un carattere sognante e cinematografico.
Chitarre languide caratterizzano The One Who Ghosted You: un suono lento e dilatato dà la sensazione di cullare l’ascoltatore, proteggendolo attraverso una texture ambientale tempestata di field recording e poche ma delicate pulsazioni elettroniche.
Un avvio timido quello di The One Who Was Terrified Of Cats affidato agli arpeggi di chitarra, un sentiero inquieto che ricorda gli instabili fraseggi dei This Will Destroy You. Le chitarre si sovrappongono raccontando un senso di smarrimento, un brano che si accende e si spegne a intermittenza percorrendo una strada nota ma facendolo con estrema bellezza.
Il nuovo album dei JARR conferma quanto di buono avevano già proposto con An Echo In Her Skin: 50 minuti di buona musica stilisticamente emozionaleper un disco che si lascia scoprire ascolto dopo ascolto
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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