I duetti multidisciplinari di Jeremy Young
Il compositore elettroacustico Jeremy Young ha maturato nel corso della sua carriera un approccio tattile nella creazione della materia sonora attraverso l’uso di un sistema di oscillatori sinusoidali e a onda quadra, tape loop analogici, il tutto filtrato e modulato con tecniche d’improvvisazione.
Lo sviluppo di questo metodo compositivo ha portato il musicista canadese alla realizzazione del suo primo album, Amaro.
Pubblicato il 7 maggio 2021 dall’etichetta ellenica Thirsty Leaves Music, Amaro cattura momenti d’improvvisazione decostruiti in dieci idee musicali che danno forma a un disco organico nato dalle collaborazioni del nostro con Deanna Radford, Markus Floats, Ida Toninato, Tomonari Nishikawa, Vito Ricci , Pauline Kim Harris, Dolphin Ostetriche e Johannes Bergmark.
Accenni di pianoforte, oscillazioni, un beat destrutturato e ruote di biciclette sono gli elementi miscelati dal compositore di Montreal per dar forma alla prima e delicata produzione del disco, Trafic. Segue BallroomLoop #1, un piccolo frammento sonoro ottenuto dalle registrazioni a nastro che vanno a formare un flusso sinuoso di droni leggeri. In Frequenza Bianca il suono morbido e soave dell’arpa incontra il tappeto sonoro ipnagogico ricamato da Young, ne viene fuori una traccia sognante che utilizza il suono degli oggetti filtrato e amplificato per costituire la parte ritmica del brano. Non mancano nel disco frammenti poetici estrapolati dalle performance live di Young come nel caso di The Duchamp Bicycle Wheel Resonator che vede Vito Ricci accompagnarsi con i suoni della ruota di una bicicletta usata come percussione.
Carta Vetrata è un microcosmo di suoni dissonanti e tonali accompagnati dagli oggetti suonati da Johannes Bergmark che danno al brano dinamicità e movimento. Non mancano momenti teatrali come Mythy che si avvalgono della forza narrante delle parole per un brano di spoken word risaltato dalla texture elettronica.
Nonostante la sua complessità, Amaro è un disco di facile presa con una formula ben rodata che proietta Jeremy Young verso un futuro luminoso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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