Jo David Meyer Lysne e Mats Eilertsen: il duo meditativo made in Norvegia
Meditativo e psicologico: ascoltare questo Lp è un’operazione a metà tra il rilassamento totale dei sensi ed il destarli all’attenzione.
Mi son sentita come se mi fossi stesa sul divano, ad occhi chiusi, mentre un vecchio vinile consunto va, creando suoni metallici e zigrinati per via del contatto con la puntina.
Il duo in salsa scandinava è composto dal chitarrista, compositore, improvvisatore Jo David Meyer Lysne e dal veterano contrabbassista Mats Eilertsen, insieme hanno voluto condurci in una visione di un mondo diverso, più calmo e silenzioso, accorto ai segnali che la Terra offre.
L’utilizzo del synth modulare innalza il suono a livelli estremamente più acuti e riverberati in eco.
Alcuni brividi riaffiorano sulla pelle come quando il gesso scrive su una lavagna, gli arpeggi di chitarra o le linee di basso riconducono, invece, a pendii ben più lineari: la pelle ritorna allo stato ordinario, è tempo di rendersi tutt’uno col circondario.
Kroksjø è stato registrato presso lo Studio Paradiso in Oslo pubblicato per Hubro l’8 maggio 2020.
È composto da quattro tracce per lato ed ognuna di essa è circondata da segnali ambient, frusciì, scivolamenti, granulosità che sporcano volutamente l’audio in modo da creare un’aspettativa tangibile a tutti gli ascoltatori.
Ci si accorge, toccando con mano, di essere dinanzi ad un prodotto di estrema fragilità, un maneggiamento di piccoli frammenti di cristallo, che se rivolti al sole creano multiformi luci.
Nonostante la morfologia alquanto inaspettata dovuta alla sola strumentalità, l’album sembra voler lasciare un messaggio latente. Collocato tra rivoli di droni ed harmonizer si legge espressività, sempre e comunque, partendo dai suoni che affiorano da un paesaggio scandinavo o dalle distorsioni meccaniche degli strumenti.
Non è propriamente un lavoro convenzionalmente inteso: il duo è intento a tessere un nuovo concetto di musica, miscelando e innestendo, creando un formidabile contrasto tra il suono inteso come musica ed il suono inteso come suono.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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