Joachim Spieth riempe gli spazi
Dopo la buona prova di Tides, Joachim Spieth pubblica un nuovo album, il terzo della sua carriera in 20 anni trascorsi tra produzioni techno e remix, pubblicando per etichette importanti come la tedesca Kompakt. Ousia, in uscita il 13 gennaio per Affin, l’etichetta personale del produttore tedesco, è un album ambient dal sound profondo, in grado di creare spazi immaginari. Otto paesaggi sonori cinematografici che disegnano un viaggio intenso ed emotivo.
L’album si apre con Sparsha, un mix di basse frequenze e ronzii che conferiscono alla traccia di apertura un carattere mistico. La musica del nostro è una commisione di ambient avvolgente ed elementare con brillante e cristallino sound design. Mutuus vede Joachim collaborare con Markus Guentner, l’unico featuring del disco. Un ambientsonoro morbido che gioca con le dissolvenze, un brano nel quale l’ascoltatore deve lasciarsi andare e perdersi nel flusso evocativo della traccia.
Akasha che prende il nome dal concetto cosmologico indù di spazio ed etere, è un concentrato di droni atmosferici e ampie fasi di riverbero che creano una trama avvolgente in grado di interagire con i silenzi in modo da catturare quella sensazione di immobilità e quiete.
Forma è una carezza sonora nella quale l’elettronica convive con gli strumenti acustici. Una produzione minimale e ovattata che verte sui suoni freddi classici dell’ambient e su pennellate melodiche in modo da creare un riuscito gioco di contrasti. In chiusura Anta sviluppa le note della traccia precedente facendole galleggiare in un mare di cupi droni e ronzii illuminati dall’uso sapiente delle note del piano.
Nonostante la precisa collocazione musicale di Joachim Spieth, l’artista tedesco firmaun’ora di musica ambient sognante e profonda nellaquale veniamo affascinati dal carattere immaginifico delle composizioni e nella capacità di Spieth di riempire e abitare lo spazio con la sua musica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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