Il lascito di Jóhann Jóhannsson
A quattro anni dalla scomparsa di uno dei più grandi compositori per cinema, televisione e teatro, Jóhann Jóhannsson ci regala un ultimo saggio del suo cristallino talento. Gold Dust, pubblicato a sorpresa il 10 agosto da Redbird Music, è un Ep contenente sei brani inediti rimasti inutilizzati, recuperati direttamentedai molti progetti ai quali aveva lavorato il compositore islandese.
Gold Dust va a ricreare il significativo percorso artistico di Jóhannsson attraverso sei differenti frammenti sonori capaci ancora una volta di farci emozionareal cospetto della forza narrativa delle sue composizioni essenziali e fragili.
Il primo tassello dell’Ep prende il nome di Head Full Of Mush, uno scambio di forze tra la strumentazione classica e gli elementi elettronici. Una composizione classica contemporanea ricca di pathos nella quale le profonde linee degli archi incontrano l’elettronica più spigolosa creando un articolato e freddo paesaggio sonoro.
Con How’sThat? Jóhannsson sposta l’asse dell’Ep in direzione di una produzione che ben si sposa come colonna sonora di uno spettacolo teatrale. Il musicista islandese modulando il suono fragiledegli archi ottiene un brano cupo nel quale traspare dalle atmosfere malinconiche e sfuggentila componente umana e fisica dello strumento.
La crepuscolare Flag With a Cross è un crescendo di suoni di strumenti a corda chiuso dalla sublime coda orchestrale. Quattro minuti abbondati per una tessitura d’archi incline a una fragile melodia impreziosita da interventi elettronici.
La fine di Gold Dust non poteva non essere affidata alle note malinconiche di She’s Your Gift, un delicato addio dalle timbriche aspre e drammatiche per un finale minimalista affidato a soli archi.
Gold Dust è un ultimo regalo che Jóhann Jóhannsson ha voluto lasciare al mondo intero. E noi possiamo solamente ringraziarlo per le emozioni che continua a donarci ricordandolo per sempre attraverso la sua musica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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