Johanna Elina Sulkunen e il suo connubio perfetto
La Terra attraverso gli occhi di Johanna
Dalla terra nasce ogni cosa, la vita, il respiro, l’amore e anche la musica.
Un intro d’eccellenza per una creatura che nutre il suo processo creativo di questa convinzione: si tratta di Johanna Elina Sulkunen, un’artista finlandese, vocalist sperimentale, compositrice e improvvisatrice che vive a Copenaghen, già nota per i precedenti quattro album acclamati e premiati dalla critica.
Johanna ha reso il connubio tra la voce e l’elettronica il centro del suo mondo artistico, e anche nel suo ultimo lavoro Terra, in uscita il 30 novembre 2021, questa unione perfetta rende possibile la creazione di paesaggi immaginari e unici.
Come molti artisti negli ultimi anni, anche per la Sulkunen la pandemia ha avuto delle conseguenze e questo per lei ha significato restare bloccata a Copenaghen, e da questo luogo fisso provare a realizzare una visione globale.
Infatti, l’idea iniziale era di andare in Islanda, isolarsi in un cottage e registrare sul campo suoni della natura, come parte del suo lavoro Koan, album basato proprio su registrazioni sul campo in templi buddisti giapponesi.
Come sfruttare al meglio, quindi, questo cambiamento di programma? Cogliere il presente e rappresentare le grandi convinzioni che è riuscito ad abbattere, primo fra tutti la capacità di riscrivere i nostri piani di rivedere la grandi leggi della globalizzazione e del cambiamento climatico che mettono in ginocchia le nostre vite e il nostro pianeta.
Come ricreare tutto ciò? Johanna ha trovato la soluzione in un sound unico che, in sette tracce, ci fa letteralmente camminare sulle nuvole.
Il disco tra ambient e jazz è la prosecuzione di trilogie precedenti, tanto che i brani sono numerati dall’otto al tredici e sono in grado di portarti direttamente nelle foreste abitate dagli elfi de Il Signore degli Anelli, soprattutto nelle prima traccia VIII Layers. X Hiemal è, nel suo spettrale contorno ambient, un’apoteosi di intrusioni elettroniche, mentre XI Human Antitouch è, forse, il pezzo dove la sperimentazione del suono tocca livelli altissimi. Elementi jazz sono saldi nel brano centrale XIII the Earth e si passa, quasi, al classico con la stupenda XIV Terra. Tutto magistralmente realizzato con l’aiuto di musicisti come Carolyn Goodwin, Francesco Bigoni, Henrik Pulz Melbye, Anders Vestergaard e l’acclamato ensemble d’archi Halvcirkel che si sono uniti a lei nelle sessioni mentre la post produzione è stata fatta da Aske Zidore.
Grazie Johanna, la Terra vista con i tuoi occhi è un luogo meraviglioso.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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