Jon Bryant, il filosofo folk canadese
No Pain/No Gain
Per comprendere l’animo umano e l’essenza della vita, oltre al modo e allo scopo per riuscire ad affrontarla, il mondo antico e quello moderno si è affidato alle grandi menti della filosofia. In un tempo diverso, il nostro, questo arduo compito è affidato anche ai cantautori. Sembra un incipit troppo ambizioso, e forse lo è, ma Jon Bryant nel suo ultimo Ep si fa portavoce delle consapevolezze emotive del dolore.
Half Bad, in uscita il 17 aprile 2020 per la Nettwerk/Bertus, è l’ultimo lavoro del cantautore canadese che, dal debutto da solita del 2009, ha attraversato varie fasi creative e personali. Tralasciando l’adesione ad una setta, durata pochi mesi, e sorvolando sull’importante crescita musicale compiuta da Bryant, il fulcro tematico di Half Bad è quello di accettare l’inevitabile e necessario dolore e, senza rabbia e amarezza, andare avanti. Non tutte le relazioni sono uguali e alcune persone non sono fatte l’una per l’altra, spiega Jon Bryant, e viene voglia di credergli ad occhi chiusi, tanta la morbidezza del suo ragionamento.
L’Ep rispetta i generi caratterizzanti del cantautore e vede fondersi indie e folk-rock con ineccepibile semplicità. Heart Rate & Dopamine e Headphones sono pezzi dolci, della velocità giusta per raccontare una storia. Il primo singolo estratto, invece, è Bad Happens manifesto della filosofia bryantiana, di cui anche il video ufficiale, girato presumibilmente nella cucina di casa sua, o comunque in un luogo familiare, intimo, non troppo ricercato, è la testimonianza della naturalezza con cui questa ispirazione viene fuori.
L’aspetto musicale non è forse tra i più innovativi e i pignoli diranno che anche le argomentazioni sono note, ma non è proprio così. Non è la prima volta che ci troviamo tra le mani una specie di chiacchierata in musica, ma la cosa bella è che da quella con Jon Bryant ne usciamo sani e salvi, soprattutto se ci lasciamo alle spalle una relazione tossica. Non è rassegnazione, piuttosto serenità. Non riguarda i sensi di colpa, né le accuse estreme all’altro, Half Bad è finalmente una storia a lieto fine.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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