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Jonas Colstrup, un autentico talento

Con l’inverno alle porte, le giornate si accorciano, il tempo diventa cupo e la voglia di uscire si fa sempre meno viva. Il tepore delle mura di casa, l’avvolgente profumo di una tazza di thè e la presenza degli affetti più cari sono il rifugio perfetto dove sentirsi al sicuro e protetti. Ascoltare At the Crest crea la stessa atmosfera e suggestione.

Il seguito di Between Sound And Silence del 2017, vede il compositore danese Jonas Colstrup, già stretto collaboratore di Jóhann Jóhannsson, cimentarsi in un’opera dalla grande complessità emotiva. Otto composizioni che profumano di libertà, in bilico tra musica classica e contemporanea, dal forte carattere meditativo.

L’album pubblicato il 18 novembre via 7K! vive di palpabili contrasti: da un lato grandi accordi travolgenti per epici momenti di musica neoclassica, dall’altro impercettibili e lenti cambiamenti nelle tracce utilizzati come metafora della vita in cui il lento scorrere del tempo provoca grandi cambiamenti in modo sottile.

Il minimalismo neoclassico e l’eleganza cinematografica della musica di Jonas si manifesta subito, a partire da Rain From A Blue Sky. Il primo singolo è travolgente e pieno di speranza, con maestose partiture di archi impreziosite dalla soave voce lirica di Else Torp e da una tensione elettrica che crea già dal brano di apertura un interessante gioco di contrasti.

Gli archi, tessitori di una melodia portata all’estremo, guidano il lento scorrere della title track. Una trama fluttuante disegnata dalle vibranti linee d’archi post-minimalisti alle quali si aggiunge la teatrale voce di Else.

Solo Colstrup riesce ad aggiungere un’autenticità e una forma poetica alla sua narrazione grazie al connubio della drammaticità degli archi e con ricche orchestrazioni che vi conferiscono una significativa grandiosità come succede in In The Mountains.

Struttura e colonna portante di Dark Planet diventano i fiati e gli archi, una composizione introspettiva dal sound pesante nella quale la dolcezza viene rimodellata in una malinconia dilagante.

Bisogna riconoscere che ci troviamo di fronte ad un album sensazionale, allo stesso tempo delicato ma devastante, guidato dalla passione autentica e dal talento di Jonas Colstrup.



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