Jonas David presenta il suo Goliath-pop
David vs Goliath
Golia, in inglese Goliath, era un soldato, campione tra i Filistei per aver sconfitto il futuro re giudeo Davide, nella prima metà del X secolo. Un racconto biblico, qualcosa di epico che risveglia i sensi dell’artista Jonas David tanto da dedicare a questa figura lontana nel tempo il suo album.
Goliath esce il 28 agosto 2020 per la Haldern Pop Recordings ed è un disco decisamente pop, indie quanto basta nell’intenzione stilistica e non solo, un disco che si insinua delicatamente nella mente dell’ascoltatore.
Jonas David ha certamente una personalità interessante con qualcosa da esprimere di forte ed importante e sa sviluppare bene la sua creatività. Spesso piace che l’album esploda dall’inizio, o che cresca fino ad una punta massima di espressione e di emozione, insomma il caso di Goliath è un caso diverso. Mantiene una certa stabilità e quel carattere indie-pop che non lascia mai la presa.
Forse è anche significativo che in un momento in cui il suono ha la meglio sulla melodia, sui testi, Jonas David focalizza l’attenzione su altro. STACLES, SCARI pezzi di apertura rappresentano un inizio tenue, molto cantautorale; wait, boy e be kind sono brani più carichi di sensazioni, in cu la voce di Jason si trascina stridula a tratti entra maggiormente nel pezzo. SOCIAL BIRDS sorprende con un incipit musicale quasi ancestrale, mentre TOMORRNINGS scava affondo con sonorità più intime e malinconiche.
Goliath è un album, insomma, che non vince molte battaglie, nonostante la cura dei particolari e i dettagli emotivi che riesce a suscitare. Musicalmente avrebbe bisogno di uno stacco maggiore, per non restare chiuso in un genere, ma riuscire ad attraversare l’ispirazione e concepirla nutrita da stimoli differenti, ma nulla vieta agli amanti di tale espressione di tuffarsi in nel lavoro di Jonas David con passione e sentimento.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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