Jonsi: nostalgia d’Islanda
Dopo l’ottimo Shiver dello scorso autunno, Jonsi torna a sorpresa con un nuovo album. Il co-fondatore dei Sigur Ros ha rilasciato via Krunk Obsidia sviluppato insieme all’omonima installazione di arte visiva che sarà in mostra alla Tanya Bonakdar Gallery di New York fino al 17 dicembre.
Le tracce di Obsidian prendono ispirazione dall’installazione: dieci paesaggi sonori di matrice ambient mossi dal senso di nostalgia per l’Islanda e da un senso di meraviglia per la natura che trovano conforto in trame eteree ed ariose.
Il terzo album di Birgisson si apre con la trama ultra-dilatata di Vikur. Otto minuti di puro suono viscerale, una narrazione affascinante e suggestiva sulla quale risuona la dolce voce dell’artista islandese. Un brano molto più vicino all’estetica dei Sigur Ros che a quella del precedente disco di Jonsi.
Segue uno dei momenti più rilassanti del disco, l’evocativa Ambrox. Una delicata melodia nasce dai suoni liquidi e scintillanti di un carillon, un’arpa e field recordings per un tappeto sonoro dal forte carattere cinematografico.
Pyralone segue le coordinate sonori di Kveikur con l’inimitabile timbro sonoro del Nostro sospeso tra gli impetuosi droni ambientali e gli scoppiettanti elementi ritmici che costituiscono l’architettura del brano. Un mix di dolcezza e potenza che hanno reso unica la cifra stilistica di Jón Þor Birgisson. La title track si muove all’insegna della malinconia dilagante, un lento e morbido soundscape accoglie gli emozionanti vocalizzi di Jonsi proiettando l’ascoltatore in quella magica atmosfera che solo i paesaggi islandesi sanno regalare.
L’atmosfera placida e romantica si palesa con il flusso sognante e dilatato di Vetiverol che lascia intravedere il lato più luminoso della musica di Jonsi.
Obsidian si rivela essere la dimensione sonora più giusta per Jonsi: la varietà della tavolozza sonora risalta la sua voce in un viaggio alla scoperta dei colori e delle suggestioni dell’Islanda e delle sue meraviglie naturali.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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