Josefin Runsteen e la danza spirituale della natura
Dance with me
Avete mai sentito parlare di una danza chiamata Butō? É il nome di alcune tecniche e tipi di danza contemporanea ispirate ad un movimento chiamato Ankoku-butō che in giapponese significa danza tenebrosa. Nella musica tantissimi sono gli esempi di ispirazioni ritrovate nell’oscuro, dalle danze macabre di Camille Saint-Saens, a tutta una linea sonora cupa e diffidente che si dirige verso la paura.
Alla danza buto è originariamente ispirato, anzi dedicato, il primo lavoro e album di debutto della compositrice e musicista svedese dal nome Josefin Runsteen che, il 6 ottobre 2021 ha presentato Hana – Three Bodies, realizzato per una coreografia di danza.
L’artista svedese si sofferma sulla grande intelligenza della natura parlando direttamente ai cinque elementi che la compongono: void, water, fire, earth e air.
Lo studio sembra preciso e accurato, minuzioso e il risultato di una grande concentrazione.
Secret Garden- Scene I è il pezzo che apre questo disco, appunto un giardino segreto, silenzioso, in cui si possono ascoltare gli uccelli, gli animali, il rumore delle foglie. É tutto elaborato in una chiave ambient dalla prima battuta, dal primo suono.
Lettura che continua anche nelle successive scene, quando arriva il momento dell’acqua, in un brano dal titolo Coldburn- Scene II. La pioggia che cade, si trascina su sonorità che diventano pop, elettroniche, che galleggiano sulla voce di Josefin.
Incandescente procede questo viaggio, cambiano ancora l’espressioni e Bloom-Scene III è il brano rock a cui è legato questo elemento, e ancora, Sakura- Scene IV, dedicata alla terra. Suonano le viscere del pianeta, suoni quasi tribali che svaniscono in Banyan- Scena V, perse nell’aria. Una chiusa leggere, spietata, vittima del vento che incalza tra spire elettroniche.
Josefin Runsteen con Hana-Three Bodies ci regala la sua concentrazione spirituale ma resta una domanda: saremo usciti dal giardino segreto? O una via d’uscita non c’è?
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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